20-02-2019
Spesso si parla delle proprietà antitumorali della frutta, prima di tutti la mela, capace di proteggere l’organismo dall’insorgenza del cancro. Ma parliamo soprattutto di una fase di prevenzione. Secondo alcuni, invece, la guanabana avrebbe la capacità di distruggere le cellule tumorali, lasciando intatte quelle sane. Diversamente da quanto accade con la chemioterapia, che non distingue le cellule malate da quelle che non lo sono. Prima di gridare al miracolo, però, cerchiamo di capire bene di cosa si tratta. La guanabana, detta anche graviola, è una pianta originaria del Centro America poco conosciuta in Italia. La sua coltivazione si estende per tutta l’America tropicale e l’Africa, perché cresce perlopiù nelle zone umide e calde. I suoi frutti maturano da dicembre fino ad aprile. Sono grandi e verdi, ricoperti di aculei morbidi e hanno una polpa bianca a pois neri. Il frutto della guanabana è molto morbido e succoso, dal sapore dolce e rinfrescante. Il suo succo viene spesso usato per gelati, gelatine e bibite dissetanti. È ricca di vitamina C, con concentrazioni pari a 20 mg per 100 g di polpa di frutta: basta mangiare 300 g di guanabana per soddisfarne il fabbisogno giornaliero. Contiene anche fosforo e calcio, minerali presenti rispettivamente per circa 27 mg e 14 mg ogni 100 grammi. È infine ricca di fibre: circa 3,3 mg ogni 100 g, corrispondente al 13% del fabbisogno giornaliero. Secondo uno studio del National Cancer Institute Uk, la guanabana avrebbe un’azione superiore a quella della Doxorubicina, un antibiotico antraciclinico utilizzato per la cura di molti tumori. Questo grazie all’acetogenina, presente nelle sue foglie. I medicinali utilizzati durante le terapie chemioterapiche, attaccano simultaneamente tutte le cellule, sia quelle cancerogene che quelle sane, perché non riescono a fare distinzione. La guanabana invece lascerebbe illese le cellule sane, attaccando solo quelle malate e arrestando la loro crescita. Un altro studio condotto dall’Università di Purdue, in Indiana, ha confermato le sue proprietà anticancerogene nei casi di cancro al seno, prostata, polmoni, vescica, retto, esofago e colon. I ricercatori suggeriscono inoltre che il frutto potrebbe diventare una risorsa efficace nel trattamento della leucemia. Se venissero confermate queste straordinarie proprietà, la medicina tradizionale potrebbe pensare di utilizzarla sia per fini preventivi che curativi. Gli esperti avvertono però che sono necessari ancora altri studi di approfondimento per confermarne le proprietà curative: non è chiaramente il caso di abbandonare le proprie cure. Anche perché mancano ancora dei test su vasta scala sugli esseri umani: tutte le simulazioni sono state effettuate solo in vitro. I dati raccolta finora, però, sono piuttosto incoraggianti e potrebbero portare a scoperte ulteriori nei prossimi anni. La guanabana è inoltre impiegata per numerose affezioni, grazie alle sue proprietà antibatteriche, antiparassitarie, antispasmodiche, astringenti e vermifughe. Viene utilizzata per il trattamento dei calcoli biliari, costipazione, gotta e può anche aumentare l’appetito. Alcuni traggono beneficio in caso di mal di schiena, diarrea, ulcere della pelle e infezioni alle vie urinarie. Insomma, secondo alcuni, è un vero e proprio frutto miracoloso, una medicina naturale tra le più potenti in assoluto.