ASSORBENTI E TAMPONI CON GLIFOSATO E FTALATI ANCHE NELLE MARCHE BIO.

03-03-2019

Vi siete mai chiesti cosa contengono davvero gli assorbenti e i tamponi che le donne utilizzano ogni mese? Diverse indagini hanno cercato di fare luce sulla questione, dato che non vi è trasparenza riguardo agli ingredienti con cui sono realizzati. Ora un nuovo test ha voluto analizzare 15 prodotti e ciò che ha trovato non è molto confortante. Purtroppo non esiste una regolamentazione che obbliga i marchi di assorbenti e tamponi a esporre la composizione dei prodotti, a meno che non abbiano all’interno una delle 26 sostanze allergizzanti elencate nel regolamento europeo sui cosmetici. E questo è senza dubbio il primo problema. Nonostante la normativa non lo imponga, alcune marche hanno deciso comunque di mostrare la lista ingredienti sulle confezioni o, in alternativa, sul loro sito web. 
Metà dei campioni presi per il test di cui parliamo oggi, e nello specifico quelli a marchio Saforelle, Love & Green, Tampax, Nett, Organyc, JHO e Natracare, hanno reso noti i componenti con cui sono realizzati i loro prodotti. In generale, quelli a base di cotone organico, tendono ad essere più trasparenti sui componenti di ciascuna parte dell'assorbente (superficie, cuore ecc.) rispetto a quelli di altre marche che si accontentano di mettere una meno dettagliata lista degli ingredienti, in alcuni casi visibile esclusivamente sul loro sito web.
Per scoprire i veri ingredienti delle altre marche analizzate, quelle che non riportano indicazioni di nessun tipo, l’associazione dei consumatori francesi 60 Million Consumers ha contattato direttamente il servizio clienti dei vari marchi che hanno promesso di mettersi in contatto a breve con i vari produttori per poi fargli sapere. Da parte di Carrefour, Doulys-E. Leclerc, Labell-Intermarché e Siempre-Lid non si è avuta però più alcuna notizia in merito. Ovvero le aziende hanno bypassato la richiesta. I produttori di Always, Nana, Nett e Vania hanno fatto sapere invece che stanno gradualmente aggiungendo la lista dei componenti al loro packaging, ma a volte vengono utilizzati termini generici come "polimeri" o "sintetici". Purtroppo, sottolinea 60 Million Consumers, in assenza di vincoli reali, le marche hanno poche possibilità di impegnarsi veramente fornendo tutte le informazioni necessarie.
Il dubbio riguardo a cosa contengano davvero questi prodotti che entrano in contatto con parti molto delicate della donna rimane, soprattutto relativamente al problema di eventuali contaminanti come glifosato e ftalati. L’associazione francese per la difesa dei diritti dei consumatori 60 Million Consumers, tramite i suoi laboratori, ha voluto testare 15 prodotti tra assorbenti e tamponi per verificare la presenza delle seguenti sostanze tossiche:

• Glifosato e il suo derivato AMPA.
• Ftalati.
• Diossine.
• Idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
• AOX.
• EOX.
• Formaldeide.

Nonostante altre indagini e test effettuati negli scorsi anni dalla stessa 60 Million Consumers avevano individuato e segnalato contaminazioni da parte di sostanze tossiche, purtroppo queste, anche a distanza di tempo, persistono. Per quanto riguarda la presenza di glifosato, i Nana sono risultati gli assorbenti più contaminati, mentre nel caso dei tamponi, i Natracare (proprio quelli biologici) ne contenevano di più ma è stato trovato anche in Tampax e JHO. Un altro risultato non proprio piacevole riguarda la presenza di ftalati che non erano stati rilevati prima. Si tratta del DnBP per quanto riguarda il marchio Saforelle, ma soprattutto del DEHP, nel caso dei marchi Vania, Always, Siempre e Saforelle. A loro difesa, i produttori sostengono che pesticidi e altri residui non vengono aggiunti intenzionalmente (e ci mancherebbe altro!).
L'Agenzia per la sicurezza sanitaria già da tempo esclude comunque qualsiasi rischio grave, senza pronunciarsi però sul problema della presenza di possibili interferenti endocrini. I reali rischi della presenza di glifosato in questi prodotti è controversa e dibattuta. Va notato che l'Agenzia non classifica il glifosato come un sospetto perturbatore endocrino, a differenza di alcune organizzazioni non governative. Sembra manchino sufficienti dati scientifici per mettere fine a questo dibattito. Il problema, secondo la rivista dei consumatori, è che le soglie sanitarie, quando esistono, non sono state stabilite per l'esposizione attraverso la vulva o la mucosa vaginale. L'Agenzia comunque vuole essere rassicurante e resta cauta nelle sue conclusioni. Pertanto, esclude tutti i principali rischi, ma "raccomanda di eliminare o ridurre al massimo la presenza di queste sostanze nella protezione intima, comprese le sostanze con effetti CMR [cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione]". Dai risultati del test sembra però che i produttori non si stiano impegnando in questo senso.

COSA POSSIAMO FARE?

È molto semplice, smettere di comprare assorbenti esterni o interni passando subito alla coppetta mestruale, un’alternativa comoda, ecologica e sicura. Un’altra possibilità è quella di utilizzare assorbenti lavabili.

 

https://www.60millions-mag.com/kiosque/tampons-serviettes-cups

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