LA VITAMINA D COMBATTE GLI EFFETTI DANNOSI DEI FARMACI STEROIDEI.

05-03-2019

"L'osso è una sostanza vivente che dipende da un costante rifornimento di sostanze nutritive per la fabbricazione della matrice osteoide e la sua successiva mineralizzazione", afferma il dottor Ronald Barret, sul Journal of Periodontology-Periodontics. "In condizioni fisiologiche - spiega il dottor Barret - le ossa dell'adulto vengono costantemente ed egualmente formate e distrutte. Perciò, due gruppi principali di meccanismi sono all'opera". Entrambi questi meccanismi hanno bisogno di vitamina D. A causa di alcune dichiarazioni da parte della classe medica e della FDA, le quali dichiarano che gli adulti non hanno bisogno di vitamina D, moltissime persone hanno timore di includere questa vitamina nella loro dieta quotidiana e ciò potrebbe essere uno dei motivi dell'incidenza sempre crescente di malattie quali l'osteoporosi, i reumatismi e l'osteomalacia (che può considerarsi il rachitismo degli adulti). Questo atteggiamento potrà mutare tra breve, poichè, come ha affermato il dottor Samuel Vaisrub sul Journal of the American Medical Association, "i recenti sviluppi delle ricerche sulla vitamina D sono realmente portentosi e attraggono attualmente l'attenzione dei medici interessati al metabolismo del calcio e al trattamento dei suoi disordini". Alcuni ricercatori della Washington University School of Medicine e del Jewish Hospital (entrambi a St. Louis, Missouri) hanno rilevato che la vitamina D può servire a risolvere un problema che ha tormentato a lungo medici e pazienti, attestando la perdita ossea che produce fratture inabilitanti e collassi vertebrali in pazienti sottoposti a cure steroidi. I medici fanno ovviamente ogni possibile sforzo per attenuare queste condizioni dolorose, come per esempio, l'artrite reumatoide, senza far ricorso alla terapia a base di corticosteroidi, perchè, per ottenere un sollievo temporaneo, il prezzo da pagare in effetti collaterali è troppo elevato. Il dottor Tom Spies affermava molto tempo fa che i dolori meno gravi dell'artrite potrebbero essere curati con una terapia vitaminica, e che egli usava il trattamento ormonico solo per i grandi dolori. Mentre gli steroidi hanno l'azione di ridurre il gonfiore e alleviare il dolore, troppo spesso il paziente, sbarazzandosi dei suoi dolori alle giunture si ritrova con le ossa fratturate. Ma, secondo i risultati delle ricerche condotte a St. Louis, le fratture ossee non devono essere necessariamente il pedaggio da pagare per i pazienti curati con steroidi o almeno non lo saranno se a questi pazienti si somministrano anche elevate dosi di vitamina D. In effetti, il processo di riassorbimento osseo provocato dagli steroidi può, secondo la dottoressa Bevra Hahn, della Washington University, venire invertito con la somministrazione di vitamina D che, com'è noto, facilita l'assorbimento intestinale del calcio. Poichè la terapia a base di steroidi blocca l'assorbimento intestinale del calcio, induce anche una sorta di iperparatiroidismo (iperattività delle ghiandole paratiroidi), secondo quanto ha comunicato la dottoressa Hahn alla Arthritis Foundation di Los Angeles.
I pazienti sottoposti a terapia a base di steroidi soffrono frequentemente di fratture da compressione della spina dorsale. Talvolta basta un vigoroso starnuto per rompere alcune vertebre. Si pensa che questa conseguenza dolorosa e inabilitante avvenga perchè la terapia a base di steroidi causa la perdita di tessuto trabecolare (che sostiene filamenti di tessuto connettivo) più che di osso corticale (le lunghe ossa esterne). Questo stesso fenomeno, come ha verificato la dottoressa Hahn, è caratteristico dell'iperparatiroidismo primario, una malattia che si tiene sotto controllo con la vitamina D. Poichè la vitamina D corregge la perdita di osso trabecolare causata dall'iperattività della ghiandola paratiroide, potrà servire anche a riparare alla perdita di questo osso sofferta dal paziente trattato con steroidi. La dottoressa Hahn organizzò un esperimento per rispondere a questo interrogativo. Mediante un procedimento chiamato osteodensitometria, riuscì a misurare sia la massa di osso corticale che quella di osso trabecolare in diversi gruppi di pazienti. Alcuni di essi erano osteoporotici, altri soffrivano di artrite reumatoide e non ricevevano steroidi, altri ricevevano steroidi, altri ancora soffrivano di iperparatiroidismo primario. E' interessante notare che sia gli ammalati di osteoporosi che quelli con artrite reumatoide, che non ricevevano steroidi, presentavano una diminuzione del 20% sia nell'osso corticale che nell'osso trabecolare. Invece gli artritici che ricevevano steroidi e i sofferenti di iperparatiroidismo primario rivelavano molte maggiori perdite di osso trabecolare che di osso corticale. Infatti, la maggior parte dei pazienti aveva perduto il 40-50% di osso trabecolare. La dottoressa Hahn e la sua èquipe iniziarono quindi un trattamento con 50.000 U.I. di vitamina D per bocca ogni lunedì, mercoledì e venerdì per 13 settimane. Quindi si ripeterono le misurazioni dell’osteodensitometria. Proprio come aveva previsto la Hahn, vi erano stati alcuni straordinari miglioramenti: 9 dei 10 pazienti osservati presentavano un aumento della densità ossea trabecolare. Gli effetti della vitamina D vennero ulteriormente confermati quando si ripeterono le misurazioni su cinque pazienti artritici che ricevevano steroidi e non vitamina D. Gli indici rivelavano un peggioramento in tutti e cinque: in ciascuno dei casi vi era stata un'ulteriore perdita di osso trabecolare.

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