5 SOSTANZE DANNOSE PER IL SISTEMA IMMUNITARIO.

06-03-2019

METALLI PESANTI

I metalli pesanti causano una vasta gamma di danni metabolici, specialmente al sistema immunitario. L’esposizione al mercurio, al piombo, al cadmio e all’arsenico può causare disturbi immunologici. Il piombo (presente nelle vernici vecchie e nei tubi di rame) e il cadmio (contenuto nel fumo di sigaretta) causano immunodepressione inibendo la formazione di anticorpi e riducendo l’attività battericida dei globuli bianchi. Il mercurio (presente nell’amalgama per otturazioni dentarie e nel pesce contaminato) inibisce la produzione di anticorpi.

PESTICIDI

I pesticidi sono potenti inibitori della risposta immunitaria. William Rae, un autorevole esperto di medicina ambientale, ha constatato un abbassamento dei livelli di cellule T e B nell’81% di 107 pazienti esposti a pesticidi. Ha osservato inoltre un aumento della frequenza di anomalie nei parametri immunitari di 40 pazienti con ipersensibilità chimiche documentate. A mano a mano che i pesticidi venivano eliminati, 6 dei 40 pazienti hanno avuto un miglioramento dell’attività delle cellule T e B. Purtroppo i pesticidi sono ormai presenti in quasi tutti i paesi del mondo. 
La diossina è una sostanza inquinante molto conosciuta e altamente tossica che entra nella composizione dei pesticidi. Anche a dosaggi bassi, provoca atrofia del timo e immunodepressione generalizzata. Inibisce inoltre i linfociti e altre componenti del sistema immunitario. L’esposizione ai pesticidi avviene in vari modi: attraverso i prodotti agricoli non biologici, gli insetticidi per uso domestico e non, in seguito alla fumigazione delle cabine degli aerei ecc. Anche il semplice gesto di spruzzare insetticida su un insetto ci espone a queste tossine.

FARMACI

Molte persone prendono farmaci da banco quali l’aspirina, il paracetamolo e l’ibuprofene per disturbi come il raffreddore senza pensare troppo alla tossicità e all’impatto che queste sostanze possono avere sul loro sistema immunitario, mentre ci sarebbero ottime ragioni per preoccuparsene. Alcuni ricercatori hanno effettuato un esperimento in doppio cieco, controllato con placebo, riguardo agli effetti di questi analgesici/antipiretici, ottenibili anche senza prescrizione medica, sull’eliminazione del virus, la risposta immunitaria e lo stato clinico nel raffreddore. A sessanta volontari sani è stato fatto inalare il virus del raffreddore (Rhinovirus tipo II), dopodiché son ostati suddivisi in quattro gruppi a seconda del tipo di trattamento ricevuto: aspirina, paracetamolo, ibuprofene o placebo. L’infezione ha attecchito in cinquantasei soggetti. Coloro che prendevano l’aspirina e il paracetamolo hanno avuto una minor produzione di anticorpi e un aumento della sintomatologia a livello nasale. Pur non essendoci una differenza statistica significativa nell’eliminazione del virus (cioè nella sua espulsione attraverso la pelle) tra i quattro gruppi, si è notato che questo processo durava più a lungo nei soggetti che avevano preso aspirina o paracetamolo.
Una delle classi di farmaci più dannose per il sistema immunitario è quella dei glucocorticoidi (per esempio il cortisone) che, usati comunemente per inibire le reazioni infiammatorie, purtroppo inibiscono anche il sistema immunitario riducendo il numero di linfociti, indebolendo la reazione monocitaria agli agenti patogeni, ostacolando l’azione battericida e il movimento dei neutrofili verso la sede dell’infezione e inibendo la produzione di interferone. In determinate circostanze, per esempio nelle infezioni da herpes degli occhi e della zona perioculare, i glucocorticoidi possono essere estremamente pericolosi. Il loro uso in questi casi può far estendere l’infezione al punto da lasciare cicatrici sul bulbo oculare.
Anche gli agenti citotossici (ovvero i farmaci usati nella chemioterapia antitumorale) hanno un effetto immunosoppressore analogo. Possono impedire la sintesi degli anticorpi, inibire la risposta immunitaria cellulo-mediata e diminuire il numero e la funzionalità dei neutrofili. Danneggiano inoltre le mucose, che rappresentano la prima linea di difesa del corpo contro gli agenti patogeni e l’ambiente. Il risultato finale è che una persona sottoposta a terapia antitumorale diventa più vulnerabile allo sviluppo di altri tumori o infezioni.

IMPIANTI DI SILICONE

Gli impianti di silicone sono stati molto usati dalle donne per le protesi al seno e dagli uomini per aumentare la muscolatura. Purtroppo si è poi scoperto che questa procedura ha degli spiacevoli effetti collaterali. Gli impianti di silicone bloccano l’attività delle cellule natural killer nel 50% dei pazienti e danno luogo ad alcuni sintomi caratteristici. Fortunatamente sia i sintomi sia le anomalie delle cellule natural killer spariscono non appena l’impianto viene rimosso. Più sconcertante è l’apparente aumento dell’incidenza delle malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso, nei portatori di impianti di silicone.

SOLVENTI ORGANICI

L’esposizione ai solventi organici (come solventi per pittura, derivati del petrolio e detersivi per tappeti) può causare una diminuzione dell’attività delle cellule natural killer e un aumento degli autoanticorpi, cioè degli anticorpi prodotti dall’organismo contro i suoi stessi tessuti, che rappresenta un fenomeno molto grave.

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