07-03-2019
La piroluria è una disfunzione metabolica, la conseguenza di un difetto genetico che provoca, in persone predisposte, l’aumento spropositato di una certa sostanza nel sangue chiamata criptopirrolo. Questa sostanza viene prodotta di solito in conseguenza ad uno stato di stress, principalmente emotivo. I criptopirroli (KP) hanno la caratteristica di legarsi alle molecole di vitamina B6 e zinco che si trovano nel sangue ed essere espulsi attraverso le urine. Quando i KP sono in quantità abnorme, è abnorme anche l’espulsione di queste due sostanze vitali. Da qui nasce la miriade di sintomi che la deficienza di queste due sostanze provoca. L’incidenza di piroluria è alta in alcune categorie di persone: schizofrenici (27%), depressi (20%), autistici (20%), affetti da sindrome bipolare (20%), popolazione generica (10%). Anche alcolisti e persone generalmente dipendenti da sostanze varie quali droghe, sonniferi e tranquillanti sembrano avere un’alta incidenza di piroluria.
La piroluria è una “malattia” molto controversa. Questo deriva dal fatto che il medico convenzionale, nella maggior parte dei casi, non ne ha mai sentito parlare, mentre al tempo stesso è ben nota a professionisti orientati alla medicina complementare. Visto che le metodologie di queste due pratiche mediche sono spesso diametralmente opposte troveremo, nella maggior parte dei casi, i medici tradizionali negare l’esistenza della piroluria e affermare che, siccome non ci sono dimostrazioni scientifiche a tal riguardo, essa non esiste. I medici complementari (naturopati, medici ortomolecolari, nutrizionisti ecc.) invece spesso la conoscono e trattano con risultati sorprendenti.
Da ricerche da me eseguite si è riscontrato che effettivamente la piroluria non è menzionata come “malattia” nelle liste ufficiali delle malattie e disfunzioni usate dai medici convenzionali italiani. Per questo motivo è comprensibile la "diffidenza" dei medici convenzionali. Quello che non è comprensibile, dal mio punto di vista, è la negazione dell’esistenza di qualcosa dimostrabile e curabile, anche se non rientra nelle liste e nelle metodologie ufficiali. Ritengo che un buon medico dovrebbe prendere atto e accettare ciò che fa star meglio il suo paziente, anche se questo rimedio non rientra nelle sue pratiche di routine, soprattutto se questo rimedio non implica l’uso di farmaci, ma bensì semplici supplementi nutritivi. Sono sicuro che qualche dottore certamente sarebbe felice di impiegare una metodologia che, seppur diversa dalla sua normale pratica, faccia star meglio il paziente, ma l’esperienza di molte persone è stata di negazione e ostruzione, pur mettendo di fronte a loro risultati di laboratorio e netti miglioramenti delle condizioni di salute.
Scoprii che era correlata in qualche modo all’autismo e alla schizofrenia, che poteva provocare sintomi davvero seri. Che una delle caratteristiche principali delle persone che soffrono di questa disfunzione è l’estrema difficoltà a gestire lo stress, soprattutto emotivo. Tentai di mettermi in contatto il più possibile con persone che potessero darmi informazioni al riguardo e ho usato soprattutto Internet a questo scopo.
Ma neanche farlo apposta, mi capitò dopo qualche giorno una paziente che aveva questo tipo di disturbo. Durante le mie ricerche mi accorsi che questa malattia poteva essere migliorata attraverso l’assunzione di semplici supplementi nutritivi. Consigliai a questa paziente l’assunzione di alcune sostanze, nello specifico vitamina B6, zinco e degli oli omega-6 (olio di enotera). Il giorno successivo la paziente mi chiamò riferendomi di essersi svegliata il giorno successivo sentendosi molto più riposata, rilassata, mentalmente leggera ed energica. Non potete immaginare la mia contentezza per averla aiutata dopo anni di sofferenza.
La semplice terapia supplementativa varia a seconda dei singoli casi per quanto riguarda dosaggi, tipologia e modalità di somministrazione. I fattori di cui tenere conto sono di solito età, peso corporeo, caratteristiche fisiche, interazioni con altri supplementi o medicinali ecc. Si sconsiglia di tentare la via dell’auto-terapia soprattutto se si è in cura farmacologica o se si soffre di altri problemi fisico-psichici, ed è sempre meglio farsi seguire da un esperto capace e al corrente delle tecniche di somministrazione di supplementi e soprattutto che non neghi l’utilità di queste pratiche. La paziente da circa due anni ha cominciato la terapia supplementativa e la sua salute è migliorata di settimana in settimana fino a stabilizzarsi ad un livello ottimale.