22-02-2016
I lignani sono fitoestrogeni, cioè “sostanze vegetali in grado di indurre risposte biologiche e mimare o modulare le azioni degli estrogeni endogeni mediante legame ai recettori degli estrogeni”, secondo la definizione del Working Group on Phytoestrons and Health della Food Standard Agency statunitense. I lignani costituiscono la principale fonte di estrogeni per la popolazione occidentale, perché sono presenti in quasi tutti i cereali integrali (riso, mais, orzo, segale, frumento), in svariati tipi di frutta e, maggiori concentrazioni, nei semi di sesamo e lino. I lignani sono associati alla frazione polisaccarida non amidacea della pianta e le loro forme biologicamente attive sono l’enterodiolo e l’enterolattone.
Recenti studi hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo protettivo di questi composti, i quali sono trasformati dalla flora batterica in sostanze con debole azione estrogenica e attività antiossidante. È per questo motivo che i lignani necessitano, per il loro assorbimento, di una buona flora batterica intestinale. È stato dimostrato che queste sostanze non solo sono capaci di influenzare il metabolismo degli ormoni sessuali e la loro attività biologica, ma sono anche in grado di modulare l’attività di enzimi intracellulari, la sintesi proteica e dei fattori di crescita, la proliferazione di cellule maligne, la differenziazione cellulare e l’angiogenesi. Esistono dati epidemiologici e sperimentali sull’assunzione di fitoestrogeni che sono correlati ad una riduzione del rischio in relazione a patologie cardiovascolari, ipercolesterolemia, sindrome premestruale, menopausa, osteoporosi, neoplasie.
ATTIVITA' CARDIOPROTETTIVA
Le diete ricche in cibi contenenti lignani sono fortemente associate alla riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache. In uno studio prospettico di coorte condotto su 1.889 uomini finlandesi che furono seguiti per circa 12 anni, risultò che in soggetti con il livello sierico di enterolattone (forma attiva) più elevato fu trovata una minore tendenza di morte per malattie cardiovascolari di quelli che presentavano una concentrazione minore. Altri 3 piccoli studi clinici hanno mostrato la riduzione del livello di colesterolo LDL (8-14%), aggiungendo 38-50 g al giorno di semi di lino alla dieta abituale per 4-6 settimane.
ATTIVITA’ ANTINEOPLASTICA
Partendo dall’osservazione che una gran parte delle patologie neoplastiche dei Paesi occidentali è rappresentata da tumori ormono-dipendenti, è stato ipotizzato che la dieta occidentale possa alterare la produzione, il metabolismo o l’azione ormonale a livello delle cellule bersaglio. I dati epidemiologici rafforzano questa ipotesi visto che le popolazioni con un’alimentazione ricca di fitoestrogeni mostrano una minore incidenza di tumori. I fitoestrogeni esercitano azione di protezione nei confronti del cancro, probabilmente perché svolgono azione antiestrogenica attraverso una competizione di legame con gli estrogeni endogeni. L’azione antineoplastica dei lignani si esplica mediante l’inibizione della differenziazione e della proliferazione di cellule maligne.
TUMORE ALL’ENDOMETRIO E OVARICO
In uno studio caso-controllo statunitense è stato osservato che le donne che consumavano maggiori quantità di lignani mostravano una riduzione del rischio di sviluppare il tumore all’endometrio. Similarmente, in un altro studio caso-controllo su consumo di lignani e cancro alle ovaie, le donne con il più alto consumo di lignani hanno mostrato un rischio minore di sviluppare cancro alle ovaie.
TUMORE ALLA MAMMELLA
È stata ripetutamente osservata un’associazione inversa tra consumo di fitoestrogeni con la dieta e rischio di cancro al seno nelle donne in premenopausa. In uno studio sono state misurate le concentrazioni plasmatiche di enterolattone in 220 donne in premenopausa e 237 controlli. Al termine dell’osservazione è stato rilevato che il rischio di tumore al seno diminuiva con l’aumento delle concentrazioni plasmatiche di enterolattone.
OSTEOPOROSI
Le ricerche in questo ambito sono ancora limitate. In due piccoli studi osservazionali l'escrezione urinaria di enterolattone (forma biologicamente attiva dei lignani) è stata usata come marker dell'assunzione di lignani con la dieta. In uno degli studi su 75 donne in postmenopausa classificate in osteoporotiche, osteopeniche o normali sulla base della misurazione della densità minerale ossea (DMO), fu trovato che l'escrezione urinaria di enterolattone era positivamente associata con la DMO della colonna vertebrale e dell'anca.