12-03-2019
Nel XII secolo, gli Arabi introdussero il limone in Europa; inizialmente fu coltivato nelle regioni sud-orientali della Penisola iberica, tant’è vero che nella regione di Murcia (Spagna) si producono i limoni più aromatici e succosi di tutti quelli coltivati nei paesi mediterranei. Il limone, come gli altri agrumi, proviene dall’Asia centrale. Dopo essere stato impiantato in Europa, nel XVI secolo gli esploratori spagnoli lo introdussero nel contenete americano. Oggi viene coltivato nelle regioni a clima temperato di tutto il mondo. Il limone tollera male il caldo o il freddo intensi, ma ha bisogno di alcune notti fredde per cambiare il suo colore dal verde al giallo brillante: per questa ragione i limoni delle regioni tropicali sono verdi, come accade anche per le arance e gli altri agrumi.
Il limone è ricchissimo di vitamina C e ne contiene una quantità simile o leggermente inferiore rispetto all’arancia. E’ praticamente privo di proteine e di grassi e la sua percentuale di carboidrati è dell’8,25%. I componenti più interessanti del limone, dal punto di vista dietoterapico, sono ovviamente quelli non nutritivi, i cosiddetti elementi fitochimici. Si tratta di sostanze povere di calorie, che non sono né vitamine, né sali minerali e che quindi non possono essere qualificate come sostanze nutritive. La recente scoperta di queste sostanze non nutritive negli alimenti e dei loro notevoli effetti per ciò che riguarda la prevenzione del cancro e di altre malattie costituisce uno dei più grandi progressi della scienza della nutrizione. Il limone e, in quantità minore, gli altri agrumi contengono i seguenti componenti non nutritivi:
1. ACIDI ORGANICI: soprattutto l’acido citrico e, in quantità minore, gli acidi malico, acetico e formico. Questi acidi potenziano l’azione dell’acido ascorbico o vitamina C ed esercitano inoltre un notevole effetto antisettico.
2. FLAVONOIDI: in particolare l’esperidina e la diosmina che si trovano soprattutto nella buccia e nella polpa. Esercitano molte azioni fisiologiche, tra cui:
- Azione antiossidante, perché potenziano la vitamina C. neutralizzano i radicali liberi e prevengono le conseguenze dell’ossidazione delle nostre cellule, principale meccanismo dell’invecchiamento.
- Azione capillaro-protettrice: rinforzano la stabilità dei capillari e migliorano la circolazione venosa. Prevengono l’insorgere di edemi e di trombosi.
- Azione anticancerogena: i flavonoidi neutralizzano molte delle sostanze che continuamente minacciano le nostre cellule.
3. TERPENI: sono le sostanze che conferiscono il tipico odore degli agrumi e si trovano soprattutto nella buccia. Il più importante è il d-limonene, dalla provata azione disintossicante e anticancerogena.
Il limone agisce soprattutto sull’organismo, ma le sue applicazioni medicinali derivano specialmente dai suoi effetti sul sangue:
- antianemico: in piccole dosi aumenta l’assorbimento del ferro;
- fluidificante: previene la trombosi;
- depurativo: facilita l’eliminazione delle sostanze tossiche del sangue.
Per tali motivi, il limone può essere indicato nelle seguenti patologie:
ANEMIA
Chi soffre di anemia ferropriva dovrebbe consumare limone, ma solo in piccole dosi. Infatti, questo frutto, pur essendo povero di ferro, è in grado di aumentarne l’assorbimento, specie se si considera il ferro contenuto negli alimenti vegetali. Questo effetto del limone è prodotto soprattutto dalla vitamina C ed è notevolmente potenziato dai componenti non nutritivi del limone (per esempio, gli acidi organici). Il limone contiene anche una considerevole quantità di acido folico, che contribuisce a produrre sangue e svolge molte altre funzioni protettrici, specialmente nelle donne, durante la gravidanza.
DISTURBI CIRCOLATORI
L’esperidina e gli altri flavonoidi del limone rinforzano le pareti dei vasi capillari, conferiscono maggiore elasticità alle arterie e combattono la tendenza del sangue a coagularsi e a formare trombi. Il limone è molto consigliato in caso di arteriosclerosi, tendenza alla trombosi, edemi e quando si vuole fluidificare il sangue o migliorare le funzioni circolatorie. Non esistono prove scientifiche che il limone, grazie alla sua acidità, sia capace di sciogliere i depositi di calcare che si formano nelle arterie in caso di arteriosclerosi, ma è dimostrato che la cura a base di limoni migliora la circolazione arteriosa, perché aumenta il flusso di sangue nelle arterie. Il limone è indicato anche per gli ipertesi, perché esercita sulle arterie un’azione benefica e ha un blando effetto diuretico e disintossicante.
ECCESSO DI ACIDO URICO
Il limone è un eccellente eliminatore di acido urico, sostanza di rifiuto che il nostro organismo produce continuamente e che deve essere eliminata con l’urina. L’acido urico in eccesso si deposita nelle articolazioni, provocando artrite e dolori reumatici, e nei reni, provocando nefrite (infiammazione). Il limone alcalinizza il sangue, facilitando così l’eliminazione, con l’urina, delle sostanze tossiche di rifiuto che il nostro organismo produce ogni giorno. Queste, come per esempio l’acido urico, sono sostanze acide, e ciò spiega il detto secondo cui il limone “ripulisce il sangue”.
CALCOLI RENALI
La cura di limone è molto efficace per favorire lo scioglimento dei calcoli renali, specialmente se sono formati da sali urici (urati).
INFEZIONI
Grazie al contenuto di vitamina C e agli elementi fitochimici, il limone aumenta le difese dell’organismo e lo prepara a lottare contro le infezioni. Si consiglia contro ogni tipo di malattie infettive, sia virali sia batteriche. Applicato localmente sulla pelle, nelle fosse nasali o nella gola e anche sulla congiuntiva oculare, il limone agisce come un potente antisettico e antibiotico. Usato come collirio, due gocce di limone, due o tre volte al giorno, possono essere un rimedio efficace in caso di congiuntivite.
MALATTIE GASTRICHE
Per la sua azione antisettica e astringente, il succo di limone (al contrario dell’arancia, che è lassativa) diluito con acqua costituisce un’ottima bevanda in caso di diarrea, gastroenterite o colite.
ANTICANCEROGENO
Il d-limonene, un terpene aromatico presente nel limone (soprattutto nella buccia), si è rivelato in grado di neutralizzare alcune sostanze cancerogene. Somministrando il d-limonene per via orale a cavie, un’ora prima dell’ingestione di una sostanza cancerogena, queste non contraggono il cancro allo stomaco. Il consumo regolare di limone durante i pasti contribuisce a neutralizzare molte sostanze cancerogene presenti negli alimenti o nell’ambiente, e quindi aiuta a prevenire il cancro.
ATTENZIONE
Normalmente il limone si usa in piccole quantità per condire vari piatti e non richiede particolari precauzioni, salvo quella di non assumerlo insieme ad alimenti “farinosi”, come castagne, patate e banane. Gli acidi del limone, infatti, inibiscono l’azione della ptialina, un enzima presente nella saliva e che già nella bocca attiva la digestione dei carboidrati. Per questa ragione, gli alimenti ricchi di fecola conditi con il limone si digeriscono male. Il consumo regolare di più di un limone al giorno e le cure di limoni devono essere evitati nei seguenti casi:
- Ulcera gastroduodenale, perché aumenta la secrezione di acidi nello stomaco.
- Stitichezza cronica, per il suo effetto astringente.
- Anemia: il limone aumenta l’assorbimento di ferro degli alimenti ai quali viene aggiunto, ma si sconsiglia di prenderlo in grandi dosi in caso di anemia.
PREPARAZIONE E USO
- Succo fresco: non si prende come frutta, perché è molto asprigno, ma se ne può bere il succo. Possibilmente, si dovrebbe usare anche la buccia (se non è contaminata da pesticidi), perché è ricca di terpeni aromatici, dal grande potere medicinale.
- Condimento: è adatto per molti piatti; tutte le verdure a foglia verde, i risotti e i legumi acquistano sapore, proprietà salutari e diventano più digeribili.
- Cura di limoni: ha una durata di due settimane. Il primo giorno, mezz’ora prima della colazione, si prende il succo di un limone diluito in acqua; ogni giorno si aumenta di un limone, fino a 7, e poi si diminuisce progressivamente, fino a uno, l’ultimo giorno. Non è indicata per bambini, anziani, per chi soffre di decalcificazione, insufficienza renale o anemia.