17-03-2019
Uno dei grandi problemi di salute pubblica è il micidiale super-batterio MRSA, ossia il bacillo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Questo batterio è causa di migliaia di morti ogni anno, in tutto il mondo, poiché al momento non esiste cura. Ora, un baldo quattordicenne australiano pare aver trovato la soluzione per combattere questo tipo d’infezione e uccidere il famigerato super-batterio.
Lo studente si chiama Zaynab Sheriffdeen, e avrebbe trovato nel miele la soluzione che mancava agli scienziati. Nella fattispecie, il miele di Manuka, già noto per essere stato oggetto di diversi studi in cui si è scoperto possedere molte proprietà benefiche per la salute, e non solo. Sheriffdeen ha dimostrato con una serie di test scientifici come questo miele, se miscelato alla penicillina, possa uccidere lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. L’efficacia contro l’MRSA sarebbe dovuta alla sua capacità di legarsi ai tessuti, bloccando l’azione dei batteri. I test di laboratorio sono stati condotti presso il Victoria’s Infectious Disease Reference Laboratory.
Il miele di Manuka è prodotto dal nettare di un albero (Manuka) che cresce in tutta la Nuova Zelanda e parti dell’Australia e, come detto, è stato oggetto di numerose ricerche – tra cui un recente studio condotto presso la University of Technology di Sydney – che già avevano evidenziato la sua attività antibatterica e inibitoria della resistenza agli antibiotici. La ricerca tuttavia non si è fermata, poiché non era ancora stata trovata la soluzione definitiva: ora, quella scoperta dallo studente australiano, potrebbe divenire la cura più efficace che si abbia a disposizione al momento.
Sheriffdeen, dopo questa scoperta, ha detto di voler rivolgere la sua attenzione ad altre cure a base di miele. «Molte altre malattie possono essere trattati con la stessa cura – ha spiegato a Live Science – per esempio un eczema è guarito molto più velocemente con il miele in crema. Per tutte queste malattie c’è una cura, abbiamo solo bisogno di trovarla».