19-03-2019
La fragilità e la mancanza di tono delle vene e dei capillari possono essere causa per la donna di dolore e preoccupazione, ma per il feto possono dimostrarsi fatali: egli dipende infatti dall'integrità dei piccoli vasi sanguigni di sua madre per poter continuare a crescere. Nel 1955, ad Atlanta, in Georgia, un medico scoprì che le donne che presentavano una storia clinica di aborti abituali evidenziavano spesso grandi chiazze sulla pelle in seguito alle minime contusioni. Ciò indusse il dottor Robert Greenblatt, del Medical College of Georgia, ad analizzare le cause della loro fragilità capillare. A un congresso sui bioflavonoidi e i capillari, patrocinato dalla New York Academy of Science, il dottor Greenblatt riferì che "si erano ottenuti risultati positivi nelle prove di fragilità capillare per oltre l'80% dei casi, un'incidenza molto superiore a quella riscontrata in un gruppo di controllo". Continuando a lavorare in base all'allora nuova teoria che i bioflavonoidi potevano ridurre la fragilità dei capillari, il dottor Greenblatt li somministrò insieme alla vitamina C (le due sostanze si trovano quasi sempre insieme in natura) a un gruppo di 21 gestanti. 11 pazienti su 13 che avevano avuto due aborti spontanei partorirono bambini vivi dopo il trattamento dietetico. Le statistiche disponibili, disse il dottor Greenblatt, indicavano che il numero di bambini vivi che si poteva prevedere in questo gruppo sarebbe stato appena 8. In un gruppo di 7 pazienti che avevano avuto dai tre agli otto aborti successivi, 4 donne partorirono bambini vivi, mentre, secondo le statistiche, un solo bambino avrebbe avuto probabilità di vivere.
Ci si aspetterebbe che questo esperimento avesse segnato una data nella storia della medicina, ma non fu così perchè non era stato "controllato" (ciò avrebbe significato somministrare bioflavonoidi a un solo gruppo di donne, mentre a un altro gruppo sarebbe stato somministrato un placebo per dimostrare la differenza di reazione). Inoltre, il dottor Greenblatt, ansioso di prendere ogni possibile precauzione, aveva somministrato a tutte le donne vitamine, sali minerali e ormoni e prescritto il riposo a letto nel quadro generale delle cure preventive. Perciò è impossibile dire esattamente quanto dell'inatteso successo fosse dovuto ai bioflavonoidi. Ma il dottor Greenblatt suggerì che, come minimo, appare veramente consigliabile somministrare bioflavonoidi a tutte le donne che presentino una storia di aborti abituali e nelle quali si noti inoltre una fragilità capillare. Egli aggiunse che, qualunque sia il significato statistico, l'uso dei bioflavonoidi nella pratica medica produceva un considerevole miglioramento della percentuale di nati vivi da madri con aborti abituali. Secondo un articolo pubblicato qualche anno più tardi su Science News Letter, il dottor Thomas Dowd, medico sportivo dei Philadelphia Eagles, riferì una personale esperienza di somministrazione di bioflavonoidi a professionisti di football americano. Nel corso di un congresso sullo stress e la circolazione sanguigna tenutosi a Detroit, riferì che di solito il 40% circa dei giocatori presentano grandi ecchimosi dopo una partita, mentre solo un 5% ne è esente. Dopo una cura di tre capsule di bioflavonoidi al giorno, soltanto il 3% dei giocatori presentava vaste ecchimosi dopo la partita. Da un punto di vista fisiologico ciò è spiegabilissimo, dal momento che le ecchimosi non sono altro che una massa di capillari rotti o danneggiati.