30-03-2019
Il primo passo per proteggere il fegato dall'infiltrazione dei grassi riguarda l'alimentazione e consiste nel diminuire il consumo di grassi saturi (i quali aumentano il rischio di infiltrazione grassa e l'accumulo di bile nel fegato e nella cistifellea) e nell'aumentare la quantità di fibre alimentari, soprattutto di tipo idrosolubile (che favoriscono la secrezione biliare). È bene inoltre limitare il consumo di alcol, che in quantità eccessive favorisce l'accumulo di grassi nel fegato. Il passo successivo consiste nell'assumere una quantità sufficiente di fattori lipotropi, di cui il fegato ha bisogno per metabolizzare tossine, altri metaboliti e acidi grassi.
I fattori lipotropi sono particolarmente indicati per le donne che prendono contraccettivi orali o in gravidanza e per chiunque sia a contatto con sostanze tossiche, soprattutto solventi organici e idrocarburi policiclici, quali pesticidi e diserbanti, che rappresentano un ulteriore carico per quei processi metabolici del fegato che dipendono dai fattori lipotropi. Tra le sostanze comunemente usate come agenti lipotropi ricordiamo colina, metionina, betaina, acido folico, carnitina e vitamina B12. Uno degli integratori migliori per proteggere il fegato dalle tossine, in particolare dell'alcol, è la carnitina.
La carnitina è una sostanza analoga alle vitamine che il nostro corpo ricava dall'alimentazione (soprattutto dalla carne) oppure sintetizza a partire da due aminoacidi, lisina e metionina, con l'aiuto di vitamina C, ferro, niacina e vitamina B6. Dal momento che normalmente facilita la trasformazione degli acidi grassi in energia, in caso di consumo di alcol, dieta molto grassa e/o esposizione a sostanze chimiche tossiche la carnitina deve essere presente in abbondanza nel fegato per far fronte alla maggiore quantità di acidi grassi che vi si accumula. La somministrazione di carnitina è una delle poche terapie in grado di far regredire significativamente le epatopatie dovute all'alcol. Il consumo cronico di etanolo, l'esposizione a sostanze chimiche e lo sforzo fisico intenso provocano carenza di carnitina. Grazie all'integrazione di L-carnitina, questo stato di carenza funzionale cessa, il trasporto degli acidi grassi si normalizza e l'infiltrazione di acidi grassi nel fegato si riduce. Una tossina molto nociva per il metabolismo della carnitina è il valproato, uno dei principali farmaci antiepilettici per uso pediatrico (Depakin). La somministrazione di carnitina annulla quasi completamente la tossicità che di solito è associata a questo farmaco. Un altro problema è il benzoato di sodio (E211), un conservante che si trova in molti cibi e bevande (controllate l'etichetta) e che interferisce con la sintesi della carnitina.