31-03-2019
Sareste preoccupati se qualcuno vi dicesse che, a vostra insaputa, vi è stata somministrata una sostanza tossica velenosa quanto il piombo, in grado di causare tumori e fragilità ossea e che tra l'altro è il componente principale di alcuni farmaci psicotropi? È ciò che alcuni esperti sanitari presumono stia accadendo a milioni di persone in tutto il mondo e la preoccupazione sarebbe dunque più che giustificata. La sostanza incriminata è il fluoro contenuto nell'acqua che esce dai rubinetti delle nostre case. La maggior parte di noi conosce il fluoro solo perchè pare che aiuti a prevenire la carie dentaria. Negli anni Settanta, il fluoro venne aggiunto alla quasi totalità dei dentifrici venduti sul mercato, supponendo così di risparmiare ai bambini sgradevoli frequentazioni con il dentista. Ma adesso di questa vicenda sembra emergere un aspetto ben più inquietante. Se è noto che in alcuni casi il fluoro può rendere più forti i denti, è altresì stato provato come questo elemento sia altamente tossico e sia stato messo più volte in relazione coin numerosi disturbi fisici e psichici. Se viene addizionato all'acqua potabile, poi, non si è più in grado di valutare esattamente la quantità assunta dall'organismo.
Dalla fine della II guerra mondiale non è più stata fatta una vera ricerca scientifica sugli effetti potenzialmente mortali del fluoro. Molti scienziati sono seriamente preoccupati da quello che arrivano a definire un pericoloso e inquietante schema di somministrazione di massa praticato in molti paesi occidentali, messo a punto per la prima volta nella Germania nazista. Durante le drammatiche giornate della II guerra mondiale, migliaia di innocenti, uomini, donne e bambini, vennero rinchiusi e uccisi nei campi di concentramento. I decessi dovuti alle malattie, alla scarsità di cibo, ai carichi di lavoro massacranti e alla tremenda brutalità dei sorveglianti erano all'ordine del giorno. A tutto questo si aggiungeva l'uso regolare di farmaci e sostanze chimiche. Gli scienziati del Reich, determinati a mantenere il clima di terrore e cieca obbedienza, avevano trovato un ottimo metodo per controllare il comportamento dei prigionieri. Si scoprì che piccolissime dosi ripetute di fluoro intossicavano e narcotizzavano lentamente la vittima, rendendola psicologicamente sottomessa. Entusiasti all'idea di utilizzare le potenzialità di questo elemento chimico, i comandanti dei campi di concentramento cominciarono a immettere fluoro nell'acqua potabile. I servizi segreti alleati furono molto colpiti dagli effetti dell'acqua fluorata, paventando che avrebbe potuto essere il mezzo ideale per controllare le popolazioni dei paesi occupati dalle truppe tedesche.
Dando per scontata la vittoria tedesca, la I.G. Farben, azienda chimica di Francoforte, cominciò a produrre grandi quantità di fluoro destinato ai campi di concentramento e ad altri possibili, futuri impieghi. Alla fine della II guerra mondiale, gli Stati Uniti inviarono Charles Eliot Perkins, ingegnere esperto di chimica, fisiologia e patologia, a studiare la tecnologia del controllo mentale messa a punto dalla I.G. Farben. Dal suo soggiorno in Germania, Perkins trasse alcune inquietanti conclusioni. Nel suo rapporto scrisse che "quando i nazisti decisero di invadere la Polonia, gli stati maggiori di Unione Sovietica e Germania si scambiarono informazioni militari, conoscenze scientifiche, piani strategici e personale. Lo schema relativo al controllo della popolazione attraverso l'acqua potabile venne colto al volo dai russi perchè si adattava perfettamente ai loro progetti di colonizzazione politica del mondo". Perkins, nelle sue indagini sui progetti sovietici di controllo mentale di massa, evitò di coinvolgere direttamente i servizi segreti alleati, ma un'indagine più accurata sulla I.G. Farben e sulle sue relazioni industriali evidenziò qualche collegamento sospetto a livello internazionale. La I.G. Farben si espanse notevolmente intorno agli anni Venti grazie all'interesse di Wall Street, che trovava questa azienda non meno interessante della Ford Motor Company di Henry Ford, della General Motors di J.P. Morgan o della Standard Oil dei Rockfeller. Tramite Wall Street, negli anni Trenta vennero investiti nell'azienda migliaia di dollari, e questa situazione continuò anche durante la II guerra mondiale. Sarà stata una coincidenza ma è un fatto che durante la guerra gli stabilimenti e gli impianti della I.G. Farben non furono mai nè bombardati nè sabotati e neppure danneggiati dagli alleati.
Ian E. Stephens, ricercatore e scrittore, ha dichiarato che i comandanti dei bombardieri ricevevano istruzioni, probabilmente da alti funzionari del governo, perchè questi impianti venissero risparmiati. Per quale motivo? Sin dai tempi della Depressione americana del 1929, organizzazioni come la Rockfeller Foundation e persone in vista come quelle appartenenti alla famiglia Ford andavano pubblicamente incoraggiando una politica di lungo termine sul controllo demografico. È anche noto che diversi personaggi influenti del mondo commerciale americano avevano investito, prima e dopo il conflitto, tempo e danaro nei progetti che la I.G. Farben portava avanti. Era il caso della famiglia Mellon. Il Mellon Institute, organizzazione indipendente fondata nel 1913 per promuovere il progresso delle scienze e dell'industria scoprì che il fluoro aveva lo straordinario potere di prevenire la carie dentaria. Per una bizzarra coincidenza, la famiglia Mellon aveva anche fondato ed era proprietaria dell'American Aluminium Company, cioè la Alcoa. Questa società utilizzava il fluoruro d'alluminio per produrre alluminio puro, un prodotto che assicurava grandi profitti ma che produceva come scarto di lavorazione il fluoruro di sodio, sostanza tossica senza valore che poneva anche problemi di ordine ecologico. La Alcoa propagandò presso l'opinione pubblica le potenzialità del fluoruro, trasformando un prodotto di scarto in una fonte di profitto economico. La Alcoa e gli altri produttori di fluoruro di sodio cominciarono a mettere insieme prove tese a dimostrare che piccole dosi di fluoruro non sono dannose per l'organismo umano. Le ricerche da loro sponsorizzate fecero intendere che il fluoro aiutava lo sviluppo di una dentatura sana e robusta. Questa ricerca, iniziata negli anni Trenta, ignorava completamente l'alta tossicità del fluoro per concentrarsi unicamente sui marginali effetti benefici che esso poteva avere per la salute umana. Ricercatori che lavoravano per l'American Dental Association (ADA) per conto dell'Alcoa continuarono a promuovere il fluoro nonostante l'abuso che di questo elemento avevano fatto tedeschi e sovietici. Nonostante dozzine di scienziati e gruppi di pressione contestassero vivacemente le dichiarazioni della lobby del fluoro, l'opinione pubblica abbracciò con grande rapidità le presunte qualità di questo nuovo, strabiliante farmaco. Il ministero della Sanità americano incoraggiò la fiducia dell'opinione pubblica e a partire dal 1945, le nove città più grandi degli Stati Uniti cominciarono ad aggiungere il fluoro alle loro riserve idriche. Alcune indagini scientifiche dimostrarono un miglioramento della salute dentale nei bambini e si diede avvio a una campagna di "fluorizzazione" dell'acqua potabile su tutto il territorio nazionale. Molti altri paesi del mondo fecero altrettanto.
Comunemente si crede che il trattamento con il fluoro sia efficace per tutta la vita. Oggi però la ricerca sembra dimostrare che la protezione esercitata da questa sostanza scompare prima del ventesimo anno di età. Del resto, diversi autorevoli ricercatori affermano che non c'è neppure una prova inoppugnabile che il fluoro abbia sui denti un effetto benefico. Secondo un rapporto stilato nel 1996 dall'Istituto Nazionale Americano di Ricerche Dentali, il numero di carie dentali osservate nei bambini provenienti da zone dove l'acqua potabile è trattata con fluoro è praticamente uguale rispetto a quello riscontrato nei loro coetanei che abitano in zone dove si beve acqua non addizionata. Per dimostrare che il fluoro porta giovamento ai denti, non è mai stata fatta una seria ricerca. E allora a cosa serve in realtà l'acqua al fluoro?
L'alta tossicità del fluoro e il suo impiego nei programmi di controllo mentale sono ben documentati e ora anche le sue prerogative positive appaiono poco conosciute, discusse o addirittura negate. Secondo Jane Jones, amministratore dell'Associazione Britannica per la Purezza delle Acque, "aggiungere fluoro all'acqua potabile è una pratica antidemocratica e costituisce un pericoloso precedente. Nessuno si può arrogare il diritto di costringere un individuo ad assumere un farmaco a sua insaputa e contro la sua volontà per prevenire la carie dentale: una malattia che non mette a rischio la vita, non è contagiosa ed è facilmente evitabile". La pratica del trattamento dell'acqua con il fluoro ha avuto una storia movimentata. Per alcuni si tratta di una panacea, che contrasta gli effetti di abitudini dietetiche sbagliate e migliora la salute dentale dei nostri bambini; un segno del progresso, quindi. Per altri, è un'intrusione pericolosa nella vita privata dei cittadini, un cinico sistema per modificare i nostri comportamenti lucrando su un pericoloso prodotto di scarto. Altri ancora si sono spinti più in là, affermando che si tratta di una somministrazione farmacologica di massa e di una forma occulta di controllo che affonda le sue radici nella Germania nazista, una delle dittature più orrende che la storia ricordi.