I VELENI NASCOSTI.

13-07-2014

Esistono due tipi di veleni. Quelli che provocano danni immediati e quelli che provocano danni diluiti nel tempo. I primi sono facilmente riconoscibili, tutti li conosciamo e tutti li riconosciamo, sono quelle sostanze che, entro poche ore da quando le abbiamo inserite nel nostro corpo, ci causano problemi, dolori, nausea, vomito ecc. Gli altri invece sono molto più subdoli, si tratta di veleni che erodono il corpo un poco alla volta, non si ha nessuna manifestazione avversa nel momento in cui se ne viene a contatto ma se ne pagano le conseguenze magari anni dopo: un tipico esempio possono essere le fibre di amianto con le quali venivano realizzati i famosi “pannelli eternit”, nessuno moriva dopo aver tagliato uno di quei pannelli, ma l’averne respirato le polveri gli avrebbe, con buona probabilità, causato un tumore ai polmoni che si sarebbe manifestato anche dopo 40 anni dalla prima esposizione. La probabilità poi che questo tipo di veleni provochi il danno aumenta esponenzialmente all’aumentare dell’esposizione, per ritornare all’esempio dell’amianto, l’operaio che ha tagliato un solo pannello eternit ha una probabilità molto minore di contrarre il cancro al polmone rispetto all’operaio che ne ha tagliati decine ogni giorno per mesi o anni. Il nostro cervello tende a non alzare le difese nei confronti di questi veleni: non vede il collegamento, il lasso di tempo è troppo lungo dall’assunzione alla manifestazione del problema, per questo nel nostro cervello non si forma la consapevolezza che farebbe scattare le difese in presenza di quel veleno. Nessuno di noi mangerebbe un panino farcito con veleni per topi. Questo perchè le conseguenze del mangiare veleno per topi sono ben chiare nella nostra mente, gli effetti sarebbero istantanei, per questo il nostro cervello ne ha una consapevolezza ben precisa. Nel momento in cui però andiamo a mangiare un panino realizzato con farina raffinata, salame e maionese il nostro cervello non alza la minima difesa: non è mai morto nessuno mangiando il suddetto panino. Trattasi però di un veleno, di un veleno con effetto a lungo termine che aumenta la sua potenziale nocività con l’aumentare dell’esposizione. Questa nozione però il nostro cervello non l'assimila in modo automatico come invece avviene per il veleno per topi, che automaticamente viene associato a qualcosa di pericoloso, da evitare. No, il nostro cervello collega in modo automatico il panino con farina raffinata, salame e maionese a un qualcosa di utile e buono per sfamarsi: il nostro cervello viene così ingannato ogni giorno, e noi con lui! In questo caso consapevolezza significa creare nel nostro cervello il collegamento tra il panino con farina raffinata, salame e maionese, con gli effetti che potrebbe scatenare nel futuro se ci ostiniamo a continuare a consumarne in modo ripetitivo: il salame contiene nitriti che senza giri di parole possono provocare il cancro, la farina raffinata è uno dei peggiori veleni della società moderna, la maionese se di buona qualità non contiene particolari ingredienti nocivi ma è stata comunque prodotta con uova provenienti da allevamenti intensivi, dove le malcapitate galline vengono alimentate con mangimi di dubbia provenienza e riempite di farmaci per combattere le continue malattie.
Per questo continuiamo ad acquistare i veleni che ci propone l’industria alimentare, perchè siamo completamente inconsapevoli della loro natura. Poi ci sono anche quelle persone che affermano: “ma si sa che queste cose fanno male” e poi continuano imperterriti a mangiarle. Queste sono le stesse persone che di fronte alle malattie si lamentano, si arrabbiano con la malasorte e sperano di guarire grazie a qualche pillolina magica di nuova invenzione, per poi ricominciare quanto prima a vivere esattamente allo stesso modo consumando esattamente gli stessi alimenti che per loro stessa ammissione: ”si sà che fanno male“. La brutta notizia, e qui non voglio fare l’uccellaccio del malaugurio, mi limito solo ad osservare ciò che succede intorno a me, è che molte di queste persone, nel momento in cui si manifesta il problema, non guariscono più e muoiono dopo pochi mesi o anni di agonia.Tutto questo per la mancanza di un semplice collegamento nel cervello che aiuterebbe ad alzare le difese nel momento in cui ci avviciniamo a un veleno mascherato da alimento. Collegamento che l’uomo moderno, forte della sua sapienza, spesso non riesce o non vuole fare. Collegamento osteggiato da tutti coloro che guadagnano sulla sua mancanza: le industrie alimentari in primis e naturalmente anche le industrie farmaceutiche che letteralmente vivono di malattie!

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