07-04-2019
Per i milioni di persone che soffrono di lombaggini, la felicità è semplicemente avere una schiena che non fa più male. Solo un caso su venti è destinato prima o poi a un intervento operatorio, ma una rassicurazione del genere è di scarso conforto a chi si trova piegato in due dal dolore. Ci sono invece dei provvedimenti dietetici che chiunque può prendere per prevenire la lombaggine, o che possono comunque servire a chi ha un attacco per affrontarlo con buon senso, evitando che quel primo episodio sia l’inizio di una vita di tormenti. La vitamina C è uno degli elementi nutritivi che possono prevenire o alleviare la lombaggine, secondo il dottor James Greenwood del Baylor University College of Medicine di Houston (Texas), che prescrive un accresciuto apporto di vitamina C a tutti i pazienti con disturbi della schiena: “Abbiamo visto che forti dosi di vitamina C sono utili ai pazienti con dolori della schiena, del collo e delle gambe, dovuti a lesioni dei dischi cartilaginei spinali. Alcuni hanno potuto evitare l’intervento chirurgico, altri le ricadute, grazie a un forte aumento dell’apporto di vitamina C”.
Il rapporto fra vitamina C e formazione di ossa, vasi sanguigni, cartilagini e collagene, infatti, è accertato da tempo. Il dottor McCormick, che fu un grosso esperto dell’argomento, affermava che una delle più precise funzioni fisiologiche della vitamina C è contribuire alla formazione di collagene, per mantenere la stabilità e l’elasticità dei tessuti connettivi in generale: come egli scriveva su Archives of Pediatrica, ciò interessa i tessuti ossei, cartilaginei, muscolari e vascolari. E’ stato questo rapporto della vitamina C con la formazione del collagene a suggerire per la prima volta al dottor Greenwood di provare la vitamina C per il mal di schiena di cui soffriva ormai da dieci anni, con dolori sempre più violenti a ogni nuovo attacco. Dopo quattro mesi da quando aveva cominciato a prendere 100 mg di vitamina C tre volte al giorno, si accorse di star bene, non più impedito nell’esercizio fisico. Usando sempre se stesso come soggetto di controllo, il dottor Greenwood sospese il trattamento e si ritrovò immediatamente sui carboni ardenti: quando ricominciò a prendere la vitamina, la schiena migliorò di nuovo. Allora cominciò ad applicare i risultati della sua esperienza alla cura di oltre 500 pazienti con dolori alla schiena, ottenendo miglioramenti anche quando il dolore era causato da ernia del disco. Il dottor Greenwood prescrive una dose di 250 mg tra volte al giorno, da aumentare fino a 1.000-1.500 mg al giorno in caso di peggioramenti o in previsione di sforzi fisici. Alcuni pazienti, secondo la sua esperienza, hanno bisogno di una dose giornaliera di mantenimento di 1.500-2.000 mg.
Una conferma del valore della vitamina C nella prevenzione della rigidità muscolare viene dal dottor Seyd, un medico londinese che in una lettera al British Medical Journal scrive: “La rigidità muscolare che insorge dopo uno sforzo o un’attività inconsueta si può prevenire o trattare con dosi massicce di acido ascorbico”. Il dottor Seyd ha trovato che 500 mg di vitamina C prima dello sforzo e 400 mg dopo, con grandi quantità di liquido, sono di solito sufficienti a prevenire l’insorgere della rigidità muscolare la mattina seguente: “Se dovesse insorgere ugualmente, è in genere molto lieve e si elimina facilmente con altri 400 mg di vitamina C e un supplemento di liquidi, o, se necessario, con dosi di 200 mg ogni ora”. Spiega il dottor Seyd: “La vitamina C protegge il rivestimento endoteliale dei capillari e può quindi impedire lesioni o rotture dei capillari nei muscoli durante lo sforzo fisico. Contribuisce anche alla detossificazione dei metaboliti e favorisce l’escrezione grazie al suo effetto diuretico”.
Secondo Ellen Lagerfwerff e Karen Perlroth, autrici di “Mensendieck Your Posture and Your Pains”, se il medico accerta che il mal di schiena è di origine muscolare, è importante che il paziente eviti la postura rigida così comune in chi soffre di lombaggini. Generalmente la reazione a una sensazione di malessere è quella di irrigidire il corpo, osservano le due autrici, ma la rigidità del corpo non fa altro che fomentare i dolori muscolari: “di regola, quando si avverte un malessere nei muscoli, bisogna muoversi. In genere ciò basta a portare immediatamente il sollievo desiderato”. Sulle prime, può essere un tormento sfondare la barriera del dolore, ma il movimento della zona interessata o delle aree circostanti alla fine scioglie la dolenzia muscolare: secondo le due autrici, qualunque movimento anche solo intermittente è sempre meglio dell’immobilità.
C’è differenza fra alleviare i sintomi e affrontare il problema alla radice. Una buona alimentazione, abbondanza di vitamina C e un corretto allineamento del corpo (in piedi o a sedere, camminando o da fermi) possono fare molto più di quanto si pensi per eliminare le cause prime di quel dolore di cui si vorrebbe tanto sbarazzarsi. Molti pazienti che soffrono di dolori alla schiena o al collo cercano di ignorarli. Succede così che si spingono al di là dei loro limiti di resistenza fino a subìre un affaticamento generale. L’affaticamento a sua volta, invece di indurre il sonno, produce energia nervosa e tensione, che spingono il paziente a nuovi sforzi, da cui un maggiore affaticamento, in un circolo vizioso che ha come risultato un peggioramento dei dolori, scrivono William Ishmael e Howard Shorbe, due medici di Oklahoma City, nell’opuscolo Care of the Bach. “Le situazioni di vita che provocano dolore, risentimento, rabbia, sensi di colpa o altre reazioni emotive possono suscitare o aggravare questi stati di tensione nervosa e muscolare”, secondo i due medici di Oklahoma. Una tensione emotiva è una situazione di stress. Se è vero che la vitamina C aiuta l’organismo a far fronte agli stress, ciò facendo viene consumata e quindi le situazioni di stress possono causare un esaurimento di questa sostanza fondamentale, esponendo l’individuo a molti malanni fisici, non escluse le tormentose fitte alla schiena. La vitamina C è uno degli elementi nutritivi che entrano in gioco nella sindrome del mal di schiena: “una carenza di calcio, proteine, vitamine e altri fattori nutritivi essenziali può produrre affaticamento, rendendo la schiena vulnerabile alla tensione”, scrivono Ishmael e Shorbe. Ricerche condotte molti anni fa dal dottor Henry Gozan dimostrarono che l’alimentazione può determinare un mutamento nell’equilibrio ormonale; l’organismo, compresa la struttura ossea della schiena, è in grado di badare a se stesso, purchè goda di un’alimentazione adeguata, secondo un articolo pubblicato sul New York State Journal of Medicine.