10-04-2019
La pianta viene utilizzata da sempre per la sua attività antisettica, espettorante e mucolitica nelle affezioni dell'apparato respiratorio. A queste attività affianca una non trascurabile azione antitussiva e spasmolitica agendo, quindi, sullo spasmo bronchiale: risulta pertanto utile nelle bronchiti acute e croniche, nella pertosse, nella tosse asmatica e in genere nelle forme catarrali. A livello dell'apparato digestivo la pianta viene utilizzata per migliorare i processi digestivi grazie alla sua attività carminativa, aperitiva e come coadiuvante nel trattamento della gastrite cronica. Favorisce inoltre la secrezione della bile. Per l'azione antisettica, tonica e antispasmodica sulle vie digestive se ne raccomanda pertanto l'impiego in cucina, unitamente alle altre spezie aromatiche come origano, dragoncello, santoreggia ecc.
Importante si rivela lo stimolo esercitato dalla pianta sulle funzioni disintossicanti dell'organismo: favorisce la traspirazione, la diuresi, per cui è particolarmente indicata in tutte quelle situazioni (forme reumatiche, raffreddore ecc.) in cui risulta opportuno applicare una tecnica terapeutica particolare: il drenaggio. Costituente principale dell'essenza è il timolo che esercita esternamente attività battericida e fungicida. È un disinfettante più potente del fenolo ma il suo uso è limitato a causa della scarsa solubilità in acqua. L'olio essenziale risulta vermifugo.
Il timo possiede attività tonica generale ed è un eccellente stimolante "intellettuale": il suo infuso viene raccomandato, dopo i pasti, agli intellettuali che conducono una vita sedentaria per vincere la sonnolenza postprandiale e permettere loro di rimettersi, così, al lavoro con rinnovato vigore. Risulta efficace anche come calmante nei dolori reumatici. Costituisce un eccellente tonico del cuoio capelluto: arresta o impedisce la caduta dei capelli, li rinforza e attiva la loro crescita. E' anche un buon dentifricio in quanto fortifica le gengive (piorrea), previene la formazione della carie e profuma l'alito.
Per quanto riguarda l'attività antimicrobica dell'olio essenziale è stato appurato che l'attività antibatterica o antifungina risulta differente a seconda del chemotipo: il timo, infatti, è costituito da sei tipi di individui, botanicamente identici, ma che elaborano sei tipi di olio chimicamente differenti:
- Chemotipo 1: geraniolo
- Chemotipo 2 : linalolo
- Chemotipo 3: alfa-terpineolo
- Chemotipo 4: carvacrolo
- Chemotipo 5: timolo
- Chemotipo 6: trans-tuianolo
Dagli studi effettuati risulta che il chemotipo 1 - geraniolo presenta l'attività antifungina più importante nei confronti di Candida albicans e Aspegillus niger, mentre il chemotipo 5 - timolo possiede l'attività più importante nei confronti di Staphylococcus aureus ed Escherichia coli.
Gli effetti collaterali del timo sono legati ad un utilizzo improprio dell'olio essenziale. Ai dosaggi terapeutici, infatti, l'olio essenziale non presenta pericoli; tuttavia l'ingestione di una quantità elevata produce, per la presenza di timolo e carvacrolo, disturbi a livello gastroenterico (cafalea, nausea, vomito) e, nei casi più gravi di intossicazione, depressione del sistema nervoso centrale (depressione cardiaca e respiratoria). L'uso prolungato di collutori al timolo può produrre una tireotossicosi.