MANGIARE MALE UCCIDE PIU’ DEL FUMO.

14-04-2019

Nel mondo ogni anno un decesso su cinque si riconduce a uno stile alimentare scorretto, in cui abbondano sale e bevande zuccherate e scarseggiano vegetali e cereali integrali. Indipendentemente da un eventuale eccesso di peso, insomma, mangiare male sviluppa patologie croniche, soprattutto malattie cardiovascolari e diabete, e può portare anche alla morte. È la sentenza che arriva da ben 130 scienziati di quasi 40 Paesi del mondo che, coordinati da Ashkan Afshin dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) dell’Università di Washington, sono arrivati alla conclusione che un quinto dei decessi potrebbe essere evitato adottando semplicemente una dieta salutare.
Definita “l’analisi più completa degli effetti della dieta sulla salute”, la ricerca pubblicata su The Lancet non riguarda l’obesità, dicono gli studiosi, ma diete di “scarsa qualità” che danneggiano il cuore e causano il cancro, facendo della nostra dieta quotidiana un killer più pericoloso del fumo. Nello specifico, le diete considerate pericolose analizzate sono quelle che contengono:

• troppo sale (tre milioni di morti);
• pochi cereali integrali (tre milioni di morti);
• poca frutta (due milioni di morti);
• bassi livelli di noci, semi, verdure, omega-3 e fibre.

“Riteniamo che la dieta sia uno dei principali motori della salute in tutto il mondo”, afferma Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington.
Già nel 2017, Ashkan Afshin condusse un report mondiale sull’obesità. Ora, dal nuovo lavoro - concentrato sui legami tra alimentazione e patologie croniche - emerge che un regime alimentare sbagliato è stato responsabile proprio nel 2017 di 10,9 milioni di morti (contro gli 8 milioni di decessi associati al tabacco e i 10,4 milioni da ipertensione), pari al 22% delle morti registrate tra gli adulti. Prima causa sono le malattie cardiovascolari, seguite da tumori e diabete. Non solo: una dieta scorretta è risultata complessivamente responsabile di 255 milioni di anni persi per morte prematura determinata da una patologia o perché vissuti con disabilità (Dalys). In particolare, secondo lo studio, nel 2017 le malattie cardiovascolari sono state la prima causa di morte dovuta a una dieta sbagliata (circa 9,5 milioni di decessi) e di Dalys (207,2 milioni), seguite da cancro (oltre 900 mila morti e 20,2 mln di Dalys), diabete (più di 330 mila decessi e 23,7 mln di Dalys) e patologie renali (oltre 130 mila morti e 3,4 mln di Dalys). Tra i 20 Paesi più popolosi del pianeta, sempre nel 2017 l’Egitto ha riportato il più alto tasso di decessi legati alla dieta e il numero maggiore di Dalys, mentre all’opposto si piazza il Giappone.
L’effetto dei singoli fattori dietetici è certamente variabile da Paese a Paese, ma per tutti ci sono abitudini sbagliate che riguardano più della metà dei decessi: basso apporto di cereali integrali, poca frutta, alto consumo di sale. Un’altra metà delle morti e il 34% dei Dalys vengono invece ricondotti a un elevato consumo di carne rossa, carni lavorate, bibite zuccherate e acidi grassi trans. “L’adozione di diete che privilegiano cibi a base di soia, fagioli e altre fonti di proteine vegetali potranno avere importanti benefici per la salute sia umana sia dell'ambiente”, sostiene Walter Willett, docente di Harvard e co-autore del nuovo lavoro. Mentre sale, zuccheri e grassi sono stati al centro del dibattito sulle politiche alimentari negli ultimi anni”. Insomma, l’analisi indica che i fattori dietetici che più mettono a rischio di morte sono sì “un alto apporto di sodio”, ma anche un basso consumo di cereali integrali, frutta, verdura, noci e semi.

 

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)30041-8/fulltext

https://www.bbc.com/news/health-47734296

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