28-04-2019
In qualsiasi ambiente domestico, nascosti da confezioni rassicuranti, si annidano diverse categorie di prodotti potenzialmente irritanti: detersivi per superfici o stoviglie, detersivi da bucato a mano o in lavatrice, lucidi da scarpe, detergenti per mobili e molti altri prodotti similari. Questi prodotti possono contenere percentuali pericolosamente alte di metalli pesanti, come concentrazioni eccessive di sostanze acide o alcaline, che nel tempo possono causare fastidiose reazioni irritative, soprattutto alle casalinghe o alle persone impegnate nei lavori domestici.
A conferma di tutto ciò, in uno studio condotto dal Gruppo Italiano di Ricerca sulle Dermatiti da Contatto e Ambientali (GIRDCA), su circa 43.000 soggetti affetti da dermatite, la categoria professionale delle casalinghe è risultata la più colpita, seguita da artigiani e lavoratori del settore edile, metalmeccanici, parrucchieri e personale sanitario. Nella maggior parte dei casi l’irritazione, o la reazione allergica, causata da un agente chimico, è capace di indurre un danno cellulare della pelle. Nei detersivi comuni esistono degli agenti chimici che difficilmente vengono eliminati nella fase del risciacquo. Questi residui chimici vengono infatti assorbiti dagli indumenti lavati, nonostante il risciacquo, per poi sprigionarsi a contatto con la pelle, soprattutto in situazioni di sudorazione. Il sudore innesca infatti una reazione chimica che, in un processo a catena, fa sì che gli irritanti residui chimici, nonché i metalli pesanti in essi contenuti, rimangano a contatto per ore con la pelle determinando una spiacevole sensazione di prurito e in molti casi vere e proprie dermatiti allergiche da contatto. In Italia, secondo i dati CAV (Centri Anti-Veleno), sono circa 60.000, ogni anno, le richieste di consulenza sanitaria per avvelenamenti e reazioni allergiche dovute a contatti per via cutanea o a ingestioni incaute.