07-05-2019
Mentre molti ricercatori consigliano di prendere supplementi di vitamina C semplicemente per controbilanciare gli effetti collaterali negativi della terapia a base di aspirina, altre ricerche hanno dimostrato che la vitamina C, in molti ammalati di artrite, è mancante o insufficiente nella dieta. Il Journal of the American Dietetic Association descrive un controllo fatto su 131 bambini sofferenti di febbri reumatiche, confrontati con 131 bambini sani accuratamente abbinati. I bambini con febbri reumatiche mangiavano meno cibi ricchi di vitamina C di quelli sani. Molti dei bambini ammalati non ricevevano neppure una razione al giorno di cibo contenente un sia pur moderato quantitativo di vitamina C. Le persone anziane, particolarmente quelle ricoverate in istituti, mangiano poca frutta e presentano in corrispondenza un tasso scarso di vitamina C nel sangue. Quando ai pazienti artritici cronici vennero somministrate quotidianamente dosi elevate di vitamina C, riferirono che i dolori diminuivano, e che avevano più appetito e un maggior senso di benessere. In questo caso, dosi elevate significavano quattro grammi (4.000 mg) al giorno. Quando l’artrite colpisce, il suo sintomo più comune è una combinazione di rigidità, di impedimento delle giunture e di dolori tormentosi. Di conseguenza, gli ammalati accolgono con entusiasmo qualsiasi cosa possa diminuire i loro sintomi. Per la maggior parte degli artritici,, i trattamento più comune è l’aspirina, che come sappiamo diminuisce anche il livello dell’acido ascorbico nell’organismo.
Ma due ricercatori, Abrams e Sandson, scrissero sugli Annals of Rheumatic Disease che il fluido sinoviale (il fluido che lubrifica le giunture) diviene meno denso (facilitando i movimenti) quando il tasso di acido ascorbico nel siero è alto. L’American Journal of Clinical Nutrition commentava: “resta da vedere se questa scoperta finirà per indicare che la quantità di vitamina C nella dieta del paziente artritico dovrà essere aumentata”. Vale la pena di notare che l’acido ascorbico è drenato dall’organismo da un trattamento prolungato con ACTH o cortisone, secondo gli Archives of Internal Medicine. Entrambe queste sostanze sono usate in dosi massicce nella cura dell’artrite, benchè l’aspirina sia di gran lunga la cura più comune. Ora sappiamo, che anche l’aspirina, in forti dosi, esaurisce le riserve della vitamina C. Perciò, come risulta dall’accumularsi delle prove concrete, se il corpo non ha a sua disposizione abbastanza vitamina C (e si ricordi che la vitamina C è una sostanza solubile in acqua, che il corpo non può immagazzinare), una vittima dell’artrite ha poche speranze di guarigione. E varie ricerche dimostrano che dosi forti di aspirina al giorno, che rappresentano per milioni di persone nel mondo il dosaggio quotidiano per la terapia dell’artrite, sono il fattore primario della riduzione del tasso di vitamina C nelle piastrine e nel plasma del sangue degli artritici. Nella maggioranza dei casi, le persone che prendono aspirina riducono i loro dolori, ma fanno peggiorare la malattia. Per concludere voglio ricordarvi la raccomandazione pubblicata sulla prestigiosa rivista medica britannica Lancet: “appare ragionevole che i pazienti che ricevono forti dosi di aspirina per il trattamento dell’artrite reumatoide debbano prendere supplementi di vitamina C”.