ERBE ANTINFIAMMATORIE.

11-05-2019

AMAMELIDE

Qualcuno potrà pensare che sia una credenza infondata, ma l'amamelide ha veramente proprietà lenitive nelle infiammazioni cutanee. La sua applicazione topica è particolarmente efficace per l'eczema (dermatite atopica) e le emorroidi e non provoca alcun effetto collaterale. Sono efficaci sia gli estratti idroalcolici sia quelli acquosi. L'attività antinfiammatoria del distillato di amamelide è stata paragonata a quella di altre erbe e farmaci antinfiammatori. In uno studio sulle bruciature superficiali indotta da esposizione a raggi UV è risultata più efficace la crema a base di cortisolo 1%, seguita dalle creme all'amamelide e alla camomilla. L'aggiunta del nutriente fosfatidilcolina alla crema di amamelide ne potenzia l'efficacia nel trattamento delle infezioni cutanee.

CURCUMA

La curcuma è l'ingrediente principale del curry e viene utilizzata anche per preparare la mostarda, oltre che molti cibi cui viene aggiunta per dare colore e sapore. Inoltre, sia la medicina cinese sia in quella ayurvedica indiana, viene usata come antinfiammatorio. Numerosi studi sperimentali su animali hanno dimostrato che la frazione oleosa volatile della curcuma esercita una potente azione antinfiammatoria, mentre un effetto ancora maggiore contro l'infiammazione acuta si riscontra con la curcumina, il pigmento giallo della curcuma. Per via orale, la curcumina ha molteplici effetti antinfiammatori: inibisce la formazione dei leucotrieni, inibisce la risposta dei globuli bianchi agli agenti infiammatori e stabilizza le membrane lisosomiali dei globuli bianchi impedendo il rilascio di sostanze infiammatorie (il che a sua volta inibisce la formazione di leucotrieni). Nei modelli di infiammazione acuta la curcumina è risultata altrettanto efficace del cortisone e del fenilbutazone, ma in quelli cronici ha un'efficacia del 50% soltanto rispetto a tali sostanze. Tuttavia, mentre il cortisone e il fenilbutazone sono associati a una significativa tossicità, la curcumina non ne evidenzia alcuna. Inoltre si è rivelata più potente di un farmaco antinfiammatorio molto comune, l'ibuprofene. A basse dosi la curcumina inibisce la sintesi delle prostaglandine, mentre ad alti livelli stimola le surrenali a secernere più cortisone.

BROMELINA

La bromelina è un enzima proteolitico ottenuto dal fusto dell'ananas. Molte ricerche ne hanno dimostrato l'utilità in un'ampia gamma di patologie infiammatorie. Pare che la sua attività antinfiammatoria sia dovuta all'effetto inibitorio che esercita sulla produzione delle prostaglandine pro-infiammatorie, all'induzione della produzione delle prostaglandine antinfiammatorie di tipo 1 e all'inibizione dell'aumento della permeabilità capillare che causa l'edema. È utilizzata con successo per malattie infiammatorie quali l'artrite, i traumi sportivi, la cellulite, l'edema, la sinusite e la tromboflebite (coaguli di sangue negli arti inferiori). La bromelina è particolarmente utile per diminuire il dolore e il gonfiore causati dal trauma chirurgico e sembra anche accelerare la guarigione.

PARTENIO (TANACETO)

Il partenio viene utilizzato da secoli in Europa sia come antinfiammatorio sia per il trattamento dell'emicrania e dell'artrite. Di recente la ricerca ne ha confermato l'efficacia spiegandone il meccanismo d'azione, dovuto all'inibizione della sintesi di prostaglandine infiammatorie, leucotrieni e trombossani e dell'attività dei globuli bianchi. Risulta efficace per il trattamento dell'artrite reumatoide e degli attacchi di emicrania.

RADICE DI LIQUIRIZIA

La radice di liquirizia è uno dei rimedi fitoterapici più studiati. Viene utilizzato da migliaia di anni dalla medicina naturale in Oriente e in Occidente per trattare le infezioni virali e le malattie infiammatorie. Il principio attivo più importante è la glicirrizina, che viene convertita in acido glicirrizico ed è presente nella radice in concentrazioni che vanno dal 6 al 14%. La radice di liquirizia svolge un'importante azione antinfiammatoria e antiallergica tramite due meccanismi: l'attività simil-cortisolo e l'inibizione della sintesi di prostaglandine pro-infiammatorie e leucotrieni. Risulta clinicamente utile in buona parte dei disturbi infiammatori.

N.B.: La radice di liquirizia non va assunta per più di qualche settimana di seguito perchè in alcuni pazienti predisposti può innalzare i valori pressori. Se ne sconsiglia l'uso a chi ha una storia di ipertensione, problemi renali, o prende la digitale.

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