CONSIGLI NATUROPATICI PER ELIMINARE DISTURBI MESTRUALI E SINDROME PREMESTRUALE.

18-05-2019

Come per ogni altro problema di salute, dietro a molti disturbi mestruali c'è un'alimentazione inadeguata. In confronto alle donne normali, quelle che soffrono di sindrome premestruale consumano il 62% in più di carboidrati raffinati, il 275% in più di zucchero raffinato, il 79% in più di latticini, il 78% in più di sodio, il 53% in meno di ferro, il 77% in meno di manganese e il 52% in meno di zinco. Passando da una dieta ricca di grassi a una povera di grassi si riscontra un sostanziale miglioramento della ritenzione dei liquidi e di altri sintomi della sindrome premestruale. Nell'ambito di uno studio non controllato sono stati prescritti a donne che soffrivano di sindrome premestruale integratori multivitaminici e minerali contenenti alte dosi di magnesio e piridossina (vitamina B6): nel 70% dei casi i sintomi pre e post mestruali si sono ridotti del 70%. La piridossina è particolarmente utile. Anche quando non risultano carenze nel siero o di altro genere, diversi studi dimostrano l'efficacia clinica di un'integrazione a base di vitamina B6 nel trattamento della sindrome premestruale. In uno studio cross-over in doppio cieco è stata osservata una riduzione della gravità dei sintomi nell'84% dei soggetti durante il periodo di trattamento con la B6.
Un altro nutriente importante è il magnesio, la cui carenza è ritenuta una delle cause della sindrome premestruale. Anche quando il valore nel siero risulta normale, i valori misurati nei globuli rossi, che riflettono in maniera più accurata lo stato del magnesio a livello cellulare, sono notevolmente più bassi nelle donne soggette alla sindrome premestruale. Uno studio clinico sul magnesio nella sindrome premestruale ha evidenziato un calo del nervosismo dell'89%, del dolore mammario del 96% e dell'aumento di peso del 95%. Un altro rimedio ottimo è l'agnocasto, un arbusto di origine mediterranea, che veniva utilizzato fin dai tempi più antichi per curare i disturbi ginecologici. Come suggerisce il nome, serviva anche per sopprimere la libido. La ricerca scientifica ha dimostrato che l'agnocasto agisce sull'ipofisi aumentando la secrezione di LH e diminuendo quella di FSH. L'agnocasto diminuisce inoltre la secrezione di prolattina da parte dell'ipofisi. Ne conseguono una maggiore attività del corpo luteo e un incremento della sintesi del progesterone. Di solito l'agnocasto viene consigliato contro i disturbi mestruali e la sindrome premestruale. Un grande studio condotto in Europa da 153 ginecologi su 551 pazienti ne dimostra l'efficacia. I sintomi sono migliorati nell'arco di quattro settimane nel 31,9% dei casi, di dodici settimane nell'83,5% dei casi e nel 29% dei casi sono scomparsi entro la fine della ricerca. Soltanto l'11% delle pazienti non ha risposto al trattamento. Circa il 5% ha accusato effetti collaterali, tutti di lieve entità, ad eccezione di una donna che ha dovuto sospendere il trattamento a causa delle forti cefalee.

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