20-05-2019
Non c’è da sorprendersi se fin dai tempi più antichi la mela è stata considerata simbolo di buona salute e vitalità. Tanto per cominciare, è un frutto comodissimo, che si può mangiare sempre e dovunque. Basta portarsene una nella valigetta, nello zaino, nella borsa, bella e pronta nella sua buccia protettiva e gustosa, che nasconde una polpa dolce e acidula al tempo stesso. Si direbbe quasi che, al momento di creare le mele, l’architetto dell’Universo abbia pensato: “visto che sono così buone, le farò anche facili da mangiare”. Ma le mele sono qualcosa di più di un snack genuino: numerosi studi suggeriscono che chi mangia mele va incontro a un minor rischio di malattie cardiache e in laboratorio le mele hanno dimostrato di avere la proprietà di arrestare lo sviluppo delle cellule tumorali. Anche se i risultati delle ricerche scientifiche in merito non sono ancora definitivi, quindi, sembra proprio che una o due mele al giorno possano contribuire non poco a togliere il proverbiale medico di torno. Anche se molti apprezzano soprattutto la polpa, gran parte delle proprietà benefiche delle mele risiedono nella buccia, che contiene una quantità piuttosto elevata di una sostanza detta quercetina. Come la vitamina C e il betacarotene, la quercetina è antiossidante e, impedendo alle molecole di ossigeno nocive di danneggiare le cellule, a lungo andare può prevenire le alterazioni cellulari capaci di provocare il cancro. La quercetina, tra l’altro, ha un potere antiossidante particolarmente notevole. Un gruppo di ricercatori finlandesi ha confrontato la quantità di vari antiossidanti assunti tramite la dieta con il rischio di insorgenza di una malattia cardiaca in un periodo di venti anni: dall’analisi dei dati è risultato che tra gli uomini con l’apporto più alto di quercetina e altri antiossidanti (nella loro dieta era compreso circa un quarto di mela) il rischio di cardiopatia era del 20% più basso rispetto a coloro che ne assumevano meno e i ricercatori sono giunti alla conclusione che questo fosse dovuto prevalentemente alla quercetina.
Nel corso di uno studio condotto nei Paesi Bassi è stato accertato che il rischio di attacco cardiaco era del 32% più basso tra gli uomini che consumavano una mela al giorno (insieme a 2 cucchiai di cipolle e quattro tazze di the verde) rispetto a coloro che ne mangiavano meno. Le malattie cardiache non sono l’unica patologia grave contro cui si è dimostrata efficace la quercetina, che risulta avere anche notevoli proprietà antitumorali. Da esperimenti di laboratorio è emerso che può inibire sia la crescita sia la diffusione delle cellule tumorali. “Esponendo cellule isolate a una sostanza cancerogena e poi mettendole a contatto con quercetina, si previene la mutazione, si impedisce cioè alla sostanza cancerogena di fare effetto”, spiega il dottor Kushi, “e la quercetina è una delle sostanze di cui le mele sono relativamente più ricche”. A parte i risultati delle ricerche più recenti, le mele sono note soprattutto per l’alto contenuto di pectina e, più in generale, di fibra, sia solubile sia insolubile. La fibra insolubile delle mele, che si trova soprattutto nella buccia, è come quella della crusca, da sempre consigliata per combattere la stipsi. Facilitare il transito intestinale non è solo una questione di benessere momentaneo: è dimostrato infatti che il buon funzionamento dell’intestino contribuisce a prevenire la diverticolosi, ovvero la formazione di sacche o tasche nell’intestino crasso, e anche il tumore del colon. Inoltre la fibra insolubile dà un forte senso di sazietà che rende le mele particolarmente indicate per chi ha problemi di peso. La fibra solubile contenuta nelle mele, invece, simile a quella della crusca di avena, ha una funzione diversa. Anziché attraversare l’apparato digerente pressoché inalterata, la fibra solubile forma una sostanza gelatinosa che assorbe il colesterolo e in tal modo contribuisce a ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus. La pectina, che fa parte della fibra solubile, riduce anche la quantità di colesterolo prodotto dal fegato, assicurando così una doppia protezione. Inoltre, formando una sorta di gel, la pectina rallenta la digestione, il che a sua volta rallenta l’aumento della glicemia, e quindi è indicata per chi soffre di diabete. Alcune varietà di mele, per esempio le Granny Smith, sono state selezionate in maniera da avere un basso contenuto di quelle sostanze protettive che, quando si sbuccia un frutto, lo fanno annerire. Se quello che vi interessa sono le proprietà nutrizionali delle mele, quindi, date la preferenza alle varietà che anneriscono facilmente.