10-06-2019
Ricerche a lungo termine rivelano come la vitamina B6 e il magnesio possano eliminare le sofferenze legate ai calcoli renali. Per ragioni non del tutto chiare, molte persone tendono a formare calcoli dai sali minerali presenti nell'urina. Prodotti soprattutto nei reni, i calcoli urinari devono spesso essere rimossi chirurgicamente, oppure (se sono abbastanza piccoli) possono essere eliminati attraverso il tratto urinario, provocando dolori acutissimi. Secondo due studi clinici condotti all'Università di Harvard, i sassolini di ossalato di calcio, che sono il tipo più comune, si formano nella grande maggioranza dei casi per una duplice carenza di vitamina B6 e di magnesio. Edwin Prien e Stanley Gershoff due ricercatori di Harvard, hanno pubblicato per la prima volta sull'American Journal of Clinical Nutrition i buoni risultati ottenuti con l'uso di supplementi di magnesio e di vitamina B6 nella cura delle calcolosi renali: su 36 pazienti che prima della cura registravano la formazione di almeno due calcoli renali in un anno, secondo quanto riferiscono i due autori, ben 30 non avevano avuto alcun nuovo episodio di calcolosi durante il periodo di almeno cinque anni in cui erano stati protetti con supplementi quotidiani di ossido di magnesio e di piridossina. Il dato più confortante si ricava però da una seconda ricerca condotta dagli stessi autori, cui hanno partecipato molti più soggetti e più medici, che conferma al di là di ogni dubbio l'azione benefica della vitamina B6 e del magnesio nella prevenzione delle calcolosi renali.
In un articolo pubblicato sul Journal of Urology, Prien e Gershoff riferiscono la ricerca, portata avanti nel corso di cinque anni con la collaborazione di 64 urologi, su un campione selezionato di pazienti con una lunga storia di calcolosi cronica, 265 all'inizio del lavoro, di cui 98 perduti per strada per varie ragioni. Sui 167 pazienti che hanno proseguito il trattamento protettivo fino al termine del programma di sperimentazione clinica, solo 17 sono da considerare un fallimento, continuando a formare calcoli come in passato. Altri 18 presentavano ancora sintomi dolorosi (benchè più lievi di prima): probabilmente, secondo i ricercatori, questi soggetti continuavano a far passare nell'urina piccoli frammenti, quasi una "ghiaia" di pietre renali. I rimanenti 132 erano liberi da calcoli e sintomi. È un grosso risultato: miglioramenti consistenti nell'89% dei casi e nel 79% protezione totale contro la formazione di calcoli, semplicemente prendendo dosi supplementari di due innocue sostanze nutritive. "Numerosi pazienti, essendosi liberati dei calcoli, riferiscono i due ricercatori, interruppero il trattamento e ricominciarono in capo a poche settimane ad avere di nuovo i calcoli, per liberarsene di nuovo una volta ripresa la terapia".