27-06-2019
Malgrado le campagne contro i pericoli delle sigarette e dell’alcol, milioni di persone ancora oggi scherzano col cancro e le malattie di cuore, coi danni del fegato e del cervello e con il rischio molto reale di una morte prematura, continuando a bere e fumare. Ora però la ricerca indica che certe sostanze nutritive possono almeno ridurre gli effetti negativi di queste cattive abitudini. “Il braccio che adoperate per bere attaccatevelo al collo la sera della vigilia e lasciatecelo fino al giorno dopo”, consigliò una volta Linus Pauling in risposta a un’inchiesta giornalistica su come prevenire o curare i postumi di sbornia del capodanno. Ben sapendo quanto poco si possa contare sulla forza di volontà in queste situazioni, però, lo studioso aggiunse anche una proposta più pratica, precisamente la vitamina C: “prendetene circa 6 g come trattamento preventivo prima di una bevuta”, prescriveva, consigliando inoltre di prendere altra vitamina C il giorno dopo nel caso che, nonostante questa precauzione, i postumi di sbornia si manifestassero. La vitamina C è un potente disintossicante ed è quindi necessaria in forti dosi a chiunque dia troppa confidenza ai veleni dell’alcol o del tabacco. Anche altri elementi nutritivi sono stati studiati in questo senso e indicati come un possibile presidio per fumatori e bevitori. Fra questi ci sono le vitamine del complesso B, in particolare la vitamina B1 o tiamina, certi alimenti contenenti zolfo, lo zinco e altre sostanze.
Per quanto utili possano essere queste sostanze prese singolarmente, una ricerca su animali condotta presso l’Ospedale della Veterans Administration di Coatesville (Pennsylvania) ha dimostrato che un terzetto di elementi nutritivi, vitamina C, tiamina e cisteina (un amminoacido contenente zolfo), fornisce un’eccezionale protezione contro una sostanza molto tossica presente nel fumo delle sigarette e come metabolita primario dell’alcol. Questa sostanza, l’acetaldeide, è di gran lunga più tossica dell’alcol stesso ed è responsabile di molte delle condizioni patologiche così comuni fra i grandi fumatori e bevitori, secondo quanto scrivono il dottor Herbert Sprince e i suoi collaboratori in un articolo su Agents and Actions. L’èquipe della Veterans Administration, composta, oltre che dal dottor Sprince (membro anche del Jefferson Medical College), da Clarence Parker, George Smith e Leon Gonzales, ha somministrato a un gruppo di ratti dosi letali di acetaldeide per verificare l’efficacia protettiva di varie sostanze nutritive singole e combinate. Il terzetto citato prima forniva una “protezione completa (0% di mortalità) per 72 ore ai 30 animali esaminati”. A quanto ne sappiamo, proseguono i ricercatori, “i nostri risultati dimostrano per la prima volta che un’azione protettiva diretta contro la tossicità dell’acetaldeide si può ottenere con certi metaboliti presenti in natura, precisamente acido ascorbico, L-cisteina e tiamina, preferibilmente in combinazione e in dosi ridotte”.
Se è vero che gli autori avvertono che prima di poter estrapolare all’uso con soggetti umani questi risultati sono indispensabili ulteriori ricerche, non esitano tuttavia a rilevare che i dati della loro sperimentazione “indicano la via a una possibilità di fortificare la protezione naturale contro i danni cronici dell’acetaldeide all’organismo derivanti dal forte consumo di alcol e sigarette”. Fumatori e bevitori potrebbero giovarsi immediatamente di questa terapia, dato che (sebbene non ancora dimostrata sull’uomo) i vantaggi potenziali sono grandi e il rischio nullo. Si tratta infatti di innocui supplementi nutritivi. I supplementi di vitamina C e di tiamina si trovano facilmente in commercio. La cisteina un pò meno, ma una dieta attenta può garantirne un adeguato sostituto. Alcuni alimenti che presentano alti valori di questo amminoacido sono le arachidi, i fagioli di soia, le uova, le noci del Brasile, i semi di sesamo e di girasole e il lievito di birra. Sarebbe una buona idea aggiungere anche la vitamina B6, o piridossina, a questo pacchetto dietetico antiacetaldeide: dato che la piridossina interviene nella conversione metabolica degli amminoacidi, anche una carenza marginale di questa sostanza potrebbe rallentare la conversione degli amminoacidi contenenti zolfo.
Quando parlano di una protezione naturale offerta da quelle tre sostanze nutritive, i ricercatori del Veterans Administration intendono che il loro antidoto all’acetaldeide non è una medicina, una sostanza chimica estranea, ma piuttosto una combinazione di ingredienti naturalmente presenti nell’organismo e coinvolte nel suo metabolismo. Il corpo umano non ha sviluppato percorsi metabolici appositi per far fronte alle cattive abitudini del bere e del fumare, ma invece l’elaborazione dell’acetaldeide (e dell’alcol, suo precursore) è una funzione naturale e necessaria del nostro metabolismo. L’intestino umano è una “distilleria”, perché gli zuccheri presenti nell’alimentazione vengono fermentati e trasformati in etanolo prima di essere assorbiti e poter quindi raggiungere il fegato. Si produce così alcol in quantità equivalente a un litro di birra leggera al giorno. L’alcol prodotto dal nostro organismo e l’alcol che beviamo son esattamente la stessa sostanza dal punto di vista chimico e vengono elaborati nello stesso identico modo dagli enzimi del fegato: l’alcol è trasformato in acetaldeide e l’acetaldeide a sua volta in un prodotto non tossico, anzi utile, l’acido acetico. Naturalmente, però, questo sistema non era stato progettato per assorbire e lavorare grossi quantitativi di alcol.
Nella loro relazione, il dottor Sprince e i suoi collaboratori analizzano dettagliatamente gli aspetti biochimici che possono spiegare l’efficacia di queste tre sostanze nutritive e rendere ragione dell’effetto sinergico che si ottiene col loro uso combinato. Questi sono alcuni dei punti principali della loro argomentazione. Nelle molecole contenenti zolfo, come quelle di cisteina, la componente di zolfo può staccarsi e legarsi con sostanze tossiche, convertendole in forma non tossica. La tiamina “si crede che tenda normalmente a combinarsi con l’acetaldeide, formando il coenzima A, un fattore importante nella produzione di energia metabolica”, osservano gli autori. Anche la tiamina contiene zolfo. Quanto alla vitamina C, i ricercatori rilevano le “abbondanti dimostrazioni reperibili nella letteratura scientifica”, da cui emerge la funzione protettiva di questa sostanza. Inoltre, il livello della vitamina C nell’organismo degli alcolisti e dei grandi fumatori è notoriamente basso, anche quando l’alimentazione è apparentemente adeguata. Non fosse altro per riportarlo a valori normali, fumatori e bevitori hanno bisogno di supplementi di vitamina C.
Le vitamine A ed E offrono ulteriore protezione ai fumatori. Come qualunque altro agente inquinante atmosferico, anche i veleni contenuti nel fumo delle sigarette attaccano per primi i polmoni e le vie aeree. La difesa propria dell’organismo contro questa aggressione si fonda sulla buona salute delle mucose, quei tessuti umidi che rivestono le vie aeree e tutti gli organi cavi: la vitamina A è essenziale per mantenere in buono stato le mucose e la vitamina E (di per sé un elemento protettivo contro gli agenti inquinanti) contribuisce dal canto suo, con la propria azione antiossidante, a mantenere le scorte di vitamina A dell’organismo.