01-07-2019
L’azione farmacologica dello shiitake è imprescindibile da quella dei due maggiori prodotti estratti da questo fungo: il LEM (estratto polverizzato di micelio) ed il lentinano (polisaccaride). Queste sostanze sembrerebbero agire principalmente attraverso un potenziamento delle funzioni del sistema immunitario. Il lentinano venne isolato per la prima volta nel 1969 da un’èquipe di ricercatori del National Cancer Institute del Giappone: fu subito chiaro che la sua azione antitumorale era significativamente più forte di quella di altri polisaccaridi estratti da funghi, licheni ed altre piante, anche se la sua attività sembra limitata a determinati tipi di tumori. Le sue proprietà antitumorali sono state testate in vari modelli animali ed hanno dimostrato attività inibitoria sulla crescita di alcuni tipi di neoplasie, particolarmente se associato ad altri agenti antineoplastici. Sull’uomo sono stati eseguiti trials clinici su neoplasie del seno e su neoplasie gastriche, in cui la somministrazione di lentinano per via sistemica, associato a chemioterapia, provoca un aumento significativo dei parametri immunologici, particolarmente per quanto riguarda la produzione di IL-1 e TNF. Anche estratti di maitake hanno dimostrato attività antitumorale in animali (solo per via parenterale) su vari tipi di tumori: in particolare una frazione, denominata frazione D ha dimostrato, se associato a mitomicina C, attività antitumorale verso alcun carcinomi (MM-46 e IMC) di topo, mediata dall’attivazione di interleuchina 1. Il lentinano non possiede citotossicità diretta sulle cellule tumorali ma esplica la sua azione terapeutica attivando differenti risposte immunitarie nel soggetto. Esso attiva le vie classiche ed alternative del sistema del complemento ed aumenta la responsività dell’ospite attraverso la maturazione, differenziazione e proliferazione delle cellule linfoidi. Da precedenti studi il lentinano sembrava stimolare i linfociti, ma recenti ricerche in vitro hanno rilevato azione diretta sui monociti. Il lentinano sembra essere in grado di attivare le cellule Natural Killer (NK) e le Lymphokine-activated-Killer (LAK), attraverso la produzione di interleuchina 2 (IL-2), fatto documentato anche in pazienti tumorali sottoposti ad iniezioni di questa molecola.
Dal ganoderma (reishi) è possibile isolare un polipeptide, costituito da centodieci amminoacidi, legato ad una catena oligosaccaridica, denominata ling zhi-8 dagli autori cinesi, la cui struttura presenta considerevoli analogie con le catene pesanti delle immunoglobuline. Il lentinano mostra attività antinfettiva su alcuni microrganismi come lo Schistosoma mansonii, lo Pseudomonas aeruginosa e nelle infezioni da Candida. Esibisce inoltre una discreta attività epatoprotettiva, soprattutto se associato con ganoderma. Il ganoderma risulta possedere potente azione epatoprotettiva e detossificante del fegato anche impiegato da solo e marcata azione antiossidante. Il ganoderma è stato inoltre impiegato da lungo tempo come antiallergico, azione probabilmente imputabile alla frazione terpenica o al contenuto in acido oleico. Anche il maitake possiede azione epatoprotettiva, documentata sia in vitro che su modelli animali. Oltre ad un discreto effetto antipertensivo. Il lentinano ha dimostrato azione antivirale nei topi sulle VSV (Virus della Stomatite Vescicolare), encefaliti e sui tumori indotti da adenovirus del tipo 12. Uno studio su 40 pazienti affetti da epatite cronica di tipo B, positivi per antigenemia HBe e negativi per anticorpi anti HBe, cui sono stati somministrati oralmente 6 mg di LEM per quattro mesi, ha evidenziato che il 25% delle persone HBeAg positive sono divenute negative all’antigene ed hanno sviluppato anticorpi anti-HBe, tale percentuale diventava del 36,8%, se consideriamo il subgruppo con epatite cronica attiva. Per quanto riguarda il maitake un estratto concentrato della frazione polisaccaridica ha evidenziato effetto antivirale in uno studio randomizzato su 32 persone affette da epatite B rispetto ad un gruppo di controllo.