03-07-2019
Naturalmente, non tutti riconoscono i lavori che hanno messo in dubbio l’efficacia degli antidepressivi. Ci sono in ballo troppi soldi e troppo potere - per le case farmaceutiche e per gli psichiatri - per arrendersi senza combattere. Per questo lorsignori insistono nel sostenere che la maggioranza delle ricerche confermano l’utilità di farmaci capaci di alterare il livello di serotonina nel cervello di depressi e stressati. Siccome questi farmaci sono sul mercato da diverso tempo (il primo SSRI, il Prozac, è sul mercato dal 1988), è stato un periodo sufficiente per far emergere gli effetti collaterali e tossici accusati dai pazienti seguiti clinicamente in tali terapie farmacologiche e nessuno è quindi più in grado di poter tenere nascosta la verità. Possono tentare di sminuire, ma non possono farlo sparire.
Stando al Physicians’ Desk Reference, che viene considerato il «prontuario farmacologico più attendibile ed utilizzato», l’intera classe di farmaci nota coma SSRI - quindi Prozac, Luvox e Paxil inclusi - ha dimostrato di far sorgere, in un numero significativo di pazienti in cura, i seguenti effetti collaterali:
• reazioni maniacali (cleptomania, piromania, dipsomania [bisogno irresistibile di bere forti dosi di alcolici], ninfomania);
• ipomania (perdita di giudizio critico, spese incontrollate, impulsività, ecc.);
• modalità anomale di pensiero;
• allucinazioni;
• disturbi della personalità;
• amnesia;
• agitazione;
• psicosi;
• anomalie nei sogni;
• abuso di alcolici;
• ostilità;
• reazioni paranoiche;
• confusione;
• deliri;
• disturbi del sonno;
• acatisia (una profonda irrequietezza interna psicomotoria che può portare al suicidio);
• sindrome da astinenza;
• impulsività.
Qualunque sia il punto di vista, è una lista inquietante. E se notiamo che molti di coloro coinvolti negli omicidi di massa (gli sparatori di Columbine, lo sparatore della Virginia Tech che uccise 32 persone in un campus universitario, l’uomo di Louisville che sparò ed uccise 9 persone alla Standard Gravure Company, il 16enne nativo americano che sparò ed uccise 9 persone alla Red Lake Indian Reservation in Minnesota, solo per citarne alcuni ) assumevano SSRI all’epoca delle uccisioni, beh, dovrebbe suonare in tutti noi il campanello d’allarme.
È il caso di ribadire che non sto parlando di pochi casi isolati. La maggior parte di coloro che hanno perpetrato omicidi di massa negli ultimi 15-20 anni, all’epoca dei misfatti assumeva farmaci della classe SSRI - o altri usati d’abitudine nella cura dei disturbi dell’ansia e della depressione. Dietro prescrizione medica…E questi cosiddetti farmaci non sono correlati solo agli assassini in massa. La dottoressa Ann Blake Tracy autrice del libro «Prozac, Panacea o Pandora?», ha studiato 32 casi di omicidio-suicidio che riguardavano madri e figli, ed ha scoperto che in 24 di quei casi (circa il 70%), le donne assumevano Prozac all’epoca dell’omicidio. Naturalmente in questi casi gli psichiatri hanno gioco facile nel difendere i farmaci che prescrivono sostenendo che, siccome questi soggetti erano in cura per malattie mentali, la colpa dei loro crimini risiede nei loro problemi psicologici. Ora però questa spiegazione ha perso gradualmente peso, grazie ad una ricerca condotta dall’Institute for Safe Medication Practices, un’organizzazione indipendente non affiliata a nessun ente governativo od azienda farmaceutica.
I ricercatori dell’ISMP hanno utilizzato informazioni provenienti dall’Adverse Event Reporting System della FDA (Food & Drug Administration) per compilare una lista delle 10 medicine assunte con maggior frequenza da chi ha manifestato comportamenti violenti (è bene precisare che i ricercatori hanno curato con attenzione le statistiche, in modo da tener conto anche degli altri fattori che potevano essere considerati responsabili di esplosioni di violenza in pazienti psichiatrici che assumevano i suddetti farmaci). A questo punto nessuno dovrebbe sorprendersi nel leggere i risultati di tale ricerca: la lista dei farmaci più violenti è ovviamente dominata dagli antidepressivi, che occupano 5 dei 10 posti. È poi molto illuminante il fatto che tutti e 5 tali farmaci appartengano alle due classi di inibitori della ricaptazione della serotonina, cioè delle due tipologie di antidepressivi di prima scelta nelle prescrizioni degli psichiatri di tutto il mondo. Questi 5 farmaci mortali sono: Pristiq ed Effexor (della classe SNRI) e Luvox, Paxil e Prozac (per la classe SSRI).
Gli effetti collaterali degli antidepressivi sono sconcertanti e, almeno in alcuni casi, letali. La mente umana è lo strumento dalla più sensibile regolazione. Somministrare sostanze che ne manomettono l’equilibrio è, nel migliore dei casi, un’azione imprevedibile e rischiosa. Se è difficile sostenere che la correlazione fra consumo di antidepressivi e violenza estrema è dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio, il fatto che in così tanti casi chi ha commesso dei crimini tanto orribili assumesse farmaci inibitori della serotonina è invece un dato certo che dovrebbe spingere il Congresso, la Casa Bianca, la FDA, la stampa ufficiale e tutte le organizzazioni private veramente interessate alla salute degli americani a promuovere ulteriori approfondite indagini. Il fatto che questo non accada è la prova inconfutabile del potere delle case farmaceutiche e di quanto la loro campagna a favore di tali farmaci continui ad essere influente. La storia di James Holmes, il folle responsabile del massacro di Aurora, Colorado, sembra una conferma: Holmes aveva in precedenza consultato una psichiatra per parecchi mesi che fu talmente preoccupata di quello che veniva a sapere nei colloqui da rompere il vincolo del riserbo medico-paziente ed avvisare chi di dovere presso l’University of Colorado; Holmes poteva essere una minaccia per sé e gli altri. Non sappiamo se gli fossero stati prescritti dei farmaci; ma se in futuro dovesse saltar fuori che era sotto antidepressivi, nessuno di chi ha prestato attenzione a quanto sta accadendo alla nostra società negli ultimi 15-20 anni, ne sarebbe minimamente sorpreso.