08-07-2019
I libri di medicina o dietologia che trattano delle vitamine, menzionano normalmente gli importanti effetti che ha sulla pelle la vitamina A. Composta di tessuti epiteliali, la pelle reagisce presto a una leggera carenza di vitamina A. Le cellule della superficie (strato corneo) e di alcuni strati inferiori si raggrinzano e muoiono. Questo tessuto morto ottura i pori e le ghiandole sebacee, impedendo al sebo di raggiungere la superficie della pelle. I pori otturati (punti neri e comedoni) rendono brutta e più ruvida la pelle, che diviene secca e rugosa, in particolare sui gomiti, le ginocchia, le natiche e la parte posteriore del braccio. Qualche volta si avverte prurito per tutto il corpo. Aumenta anche la vulnerabilità a infezioni della pelle quali impetigine, vescicole e pustole. Hermann Pinkus e Rose Hunter dimostrarono l’efficacia della vitamina A per mantenere l’integrità della pelle, misurando e comparando l’accumulazione delle cellule dure, secche e morte con e senza i supplementi di vitamina A. Il metodo di questi ricercatori, descritto sul Journal of Investigative Dermatology, comportava ripetuti prelievi di cellule morte dalla pelle del dorso di dieci adulti sani, mediante strappo con nastri adesivi di cellophane. Hermann Pinkus e Rose Hunter raschiavano poi le cellule dai nastri e contavano il numero di quelle secche e indurite. I volontari ricevettero quindi una dose di 150.000 microgrammi di vitamina A per la durata di un mese. Alla fine di questo periodo, il numero delle cellule indurite staccate da una singola area era diminuito in tutti i soggetti. I ricercatori conclusero che la vitamina A ritardava il processo d’indurimento delle cellule. “La vitamina A ha un effetto anticheratinizzante”, essi affermarono, “e ciò si deve al fatto che le cellule rimangono giovani più a lungo”.
La vitamina A, così importante per la salute delle membrane mucose e della pelle, è altrettanto importante per le cellule ameloblaste che contribuiscono alla formazione dello smalto dei denti. In effetti, dove c’è una carenza di vitamina A si formano qualche volta concrezioni calcificate (tumori) nella polpa dei denti. Dove c’è carenza di vitamina A, la crescita delle ossa è ritardata. “Questi effetti sulla crescita delle ossa nella carenza di vitamina A sono di potenziale interesse nel campo dell’odontoiatria e ortodonzia infantile”, scrive il dottor James Shaw della Harvard School of Dental Medicine, in Modern Nutrition in Health and Disease. “Poiché la carenza di vitamina A influenza così profondamente lo sviluppo osseo, qualche caso di ipotrofia che può dar luogo a problemi ortodontici può aver avuto origine in prolungati periodi di carenza subclinica di vitamina A durante il periodo evolutivo”, osserva il dottor Shaw. Naturalmente, denti sani richiedono gengive sane. Quando le gengive sono affette da infiammazione, chiamata gengivite, esse tendono a ritirarsi dai denti, favorendo la formazione di sacche in cui possono fermarsi residui di cibo, provocando quindi uno stato infiammatorio più grave e un allentamento della dentatura. Il dottor Karl Rinne scrive su Zahnarztl Rundschau, una rivista dentistica tedesca, che la vitamina A è necessaria alla salute delle gengive, in quanto aumenta la resistenza delle mucose alle infezioni. In quattro casi di grave gengivite egli usò la vitamina A unita alla vitamina E (la vitamina E accelera la circolazione del sangue e stabilizza la vitamina A). Tre dei pazienti erano donne in menopausa e soffrivano di gengivite grave e di considerevoli perdite di tessuto epiteliale. Il dosaggio usato era alto: per sei giorni, iniezioni intramuscolari giornaliere di 500.000 UI di vitamina A e 30 mg di vitamina E. Per le successive tre settimane, il programma era il seguente: tre volte al giorno 50.000 UI di vitamina A e due volte al giorno una sola capsula da 200 mg di vitamina E. I pazienti guarirono completamente. Non ci furono ricadute; un caso rimase sotto osservazione per più di due anni, gli altri tre dai cinque ai sette mesi.
La vitamina A ha un ruolo importante nel riassorbimento osseo. Benchè duro e non flessibile, l’osso è un tessuto vivente come la pelle e, come succede per questa, le cellule vecchie muoiono e cadono per essere rimpiazzate dalle nuove. Il dottor Asger Frandsen descrive sulla rivista Oral Surgery quella che definisce “la profonda influenza della vitamina A sulle ossa”. Quando si verifica una carenza di vitamina A, egli osserva, accadono due cose: in primo luogo c’è una leggera riduzione dell’attività osteoblastica, il processo per cui certe cellule, gli osteoblasti, creano nuovo materiale osseo; in secondo luogo, l’attività osteoclastica (gli osteoclasti sono responsabili del dissolvimento del vecchio tessuto osseo) si riduce o cessa del tutto. Se la pelle di una certa parte del braccio cessasse di desquamarsi, come il resto della pelle del corpo, e tuttavia le cellule sottostanti continuassero a ricostruire nuova pelle, certamente il risultato sarebbe un notevole accumulo di pelle vecchia e secca. Esattamente lo stesso accade nelle ossa carenti di vitamina A. Gli osteoclasti non dissolvono il vecchio tessuto osseo e tuttavia il processo di produzione di nuovo tessuto continua. Il risultato può essere grave. Il dottor Frandsen parla di “mutamenti degenerativi nel cervello e nei nervi periferici e cranici di cani carenti di vitamina A”. La continua crescita dell’osso cranico aveva finito per comprimere il cervello. Simili formazioni abnormi del cranio furono osservate, in animali da laboratorio carenti di vitamina A, da Kagan e Goodhart. Avendo compiuto esperimenti su larga scala sulle conseguenze di una carenza di vitamina A nella crescita delle ossa, riferiscono di aver osservato nei ratti malformazioni delle cartilagini e un’eccessiva compattezza di certe zone ossee, oltre a una notevole difficoltà di guarire da fratture ossee.