IL GINKGO BILOBA MIGLIORA L’AFFLUSSO DI SANGUE AL CERVELLO.

09-07-2019

Senza dubbio è il rimedio naturale per il cervello più antico, più efficace e più studiato. Citato nell'antichissima Materia medica cinese (i testi in cui si spiega l'utilizzo delle erbe in medicina), il ginkgo veniva usato per il cervello nella medicina cinese già nel 2800 a.C. Gli effetti delle sue foglie sono davvero straordinari: aumentano l'afflusso di sangue al cervello, migliorano le funzioni dei neuroni proteggendo il cervello dalle neurotossine e dagli effetti nocivi di una cattiva irrorazione. Oltre che nella cura di molte malattie neurologiche legate all'età, il ginkgo è efficace anche per migliorare le funzioni mentali dei giovani adulti apparentemente sani. La forma più studiata è l'estratto standardizzato. Molti studi dimostrano che l'estratto di ginkgo biloba aumenta notevolmente l'afflusso di sangue al cervello, con conseguente regressione dell'insufficienza vascolare cerebrale che spesso si riscontra negli anziani. Pare che aumentando l'irrorazione sanguigna e quindi l'impiego di ossigeno e glucosio a livello cerebrale, l'estratto di ginkgo biloba attenui gli effetti collaterali dell'età e forse ne prevenga addirittura lo sviluppo. Inoltre il suo effetto antiaggregante offre un'ulteriore protezione contro la trombosi, una delle principali cause di ictus. Di particolare interesse è la capacità dell'estratto di ginkgo di normalizzare la circolazione nell'ippocampo e nel corpo striato, le due aree del cervello più soggette a trombosi. L'estratto di ginkgo biloba previene inoltre i disturbi metabolici e neuronali che si verificano durante l'ischemia (basso afflusso di sangue) e l'ipossia (basso apporto di ossigeno) cerebrale, migliorando l'utilizzo dell'ossigeno e aumentando l'assorbimento cellulare di glucosio in modo da ristabilire la normale produzione di energia. Più specificamente, l'estratto di ginkgo migliora la respirazione mitocondriale, diminuisce l'edema cerebrale, migliora la funzionalità delle membrane cellulari, stabilizza le membrane lisosomiali in maniera che non rilascino gli enzimi digestivi che distruggono le cellule durante l'ipossia e inibisce l'azione di enzimi eventualmente rilasciati dai lisosomi.
Un altro problema legato all'età è la perdita dei recettori cerebrali dei neurotrasmettitori. I ratti, per esempio, invecchiando perdono il 22% dei recettori. Fortunatamente l'estratto di ginkgo inverte questa tendenza, anche se per ottenere tale effetto probabilmente sono necessarie terapie molto lunghe. Questi miglioramenti dell'afflusso di sangue al cervello e delle funzioni neuronali sono estremamente positivi per chi soffre di malattie cerebrali e degenerazione neurologica. È dimostrato che il ginkgo migliora le prestazioni mentali degli anziani e il senso dell'equilibrio, la memoria a breve termine, le vertigini, le cefalee, gli acufeni, la mancanza di attenzione e la depressione; inoltre influisce positivamente sul morbo di Alzheimer. Sembra che il ginkgo faccia bene anche ai giovani apparentemente sani. In uno studio in doppio cieco condotto su giovani donne sane, dopo una cura a base di estratto di ginkgo i tempi di reazione e le prove di memoria sono risultati significativamente migliorati.

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