12-07-2019
La carragenina è una sostanza utilizzata dall'industria alimentare come addensante, ottenuta dall'impiego di due tipologie di alghe rosse, sottoposte a bollitura, la cui presenza è tipica delle coste atlantiche. Le alghe impiegate prendono i nomi di Chondrus crispus e Gigartina mamitiosa, meglio note come lichene marino e muschio d'Islanda. L'impiego della carragenina può essere considerato sicuro per la nostra salute?
La sua presenza negli alimenti è riconoscibile in etichetta attraverso la sigla E 407. I suoi componenti sono costituiti da sali di calcio, di magnesio, di sodio e di potassio, oltre che da galattosio. Si presenta come una polvere inodore ed incolore o di tonalità giallastra. Nuovi studi scientifici, come riportato da parte de Il Fatto Alimentare, hanno sollevato dei dubbi in merito alla sicurezza del suo impiego nei cibi, tanto da portare alla creazione di una petizione rivolta all'FDA allo scopo di richiedere la rimozione della carragenina dalla lista degli additivi sicuri e di un vero e proprio dossier in proposito, pubblicato da parte di The Cornucopia Institute. Secondo quanto riportato da parte di The Cornucopia Institute, la carragenina sarebbe sempre più spesso legata a disturbi correlati alla digestione, come sindrome del colon irritabile e gonfiori addominali, fino a problemi di maggiore gravità, come colite ulcerosa e cancro al colon. Per decenni, gli esperti che si sono occupati di condurre esperimenti di laboratorio testando su animali l'additivo alimentare di uso comune, hanno individuato tassi elevati di infiammazione gastrointestinale, disturbi simili alla colite e tumore al colon.
Per l'industria alimentare la carragenina sarebbe un additivo, da utilizzare come gelificante ed addensante, particolarmente conveniente. La sua presenza può essere riscontrata in prodotti come budini, gelati, marmellate, panna montata, bevande vegetali o formaggi confezionati (ad esempio, in sostituzione del caglio animale), senza dimenticare gli alimenti per bambini. È sufficiente consultare le etichette dei prodotti presenti tra gli scaffali dei punti vendita per verificarne il contenuto. Secondo quanto riportato da parte di The Cornucopia Institute, per decenni le aziende produttrici di alimenti avrebbero diffuso informazioni errate sulla sicurezza della carragenina. La sua presenza può essere rilevata anche in prodotti alimentari etichettati come "biologici" o definiti come "naturali". Le proteste inoltrate fino ad ora all'FDA (Food and Drug Administration) pare siano risultate inascoltate. Per tale motivo è pronta una nuova petizione in proposito, al fine di ottenere la rimozione della carragenina dalla produzione alimentare e dalla lista degli ingredienti sicuri.