23-08-2019
MIELE COME FONTE NATURALE DI ENERGIA
Avete bisogno di una barretta energetica durante la giornata frenetica? Provate invece un cucchiaio di miele. È stato dimostrato che esso fornisce una spinta significativa di energia agli atleti, per eseguire un intenso esercizio fisico. “Numerosi studi hanno individuato i carboidrati come nutrienti essenziali in esercizio di resistenza”, dice Richard Kreider dell’University of Memphis. ”La maggior parte degli studi fino ad oggi hanno dimostrato che la supplementazione con glucosio è utile per fornire capacità di maggiore resistenza. A tal proposito, il miele è un vero ’cocktail’ di vari zuccheri naturali”.
CREMA PER IL VISO
Il miele grezzo è eccezionale per il viso e per la pelle. Provate un “lavaggio delicato con miele”, costituito da una cucchiaiata di miele mescolato con due cucchiai di acqua tiepida nel palmo della mano, quindi massaggiare delicatamente con il composto il viso. Il miele è stato a lungo apprezzato in Asia per le sue naturali proprietà medicinali. Combinato con crusca di riso, il miele è usato per trattare la dermatite da pannolino e anche l’acne. Esso è un ottimo trattamento per la pelle secca in quanto stimola la buona circolazione.
INSONNIA
Un cucchiaio di miele prima di dormire (da solo o in una tazza di tisana calda) è un rimedio naturale per il sonno che può aiutare a rilassarsi e addormentarsi più rapidamente.
TOSSE E IRRITAZIONE ALLA GOLA
Il miele non pastorizzato è un ottimo elisir per i disturbi invernali comuni come tosse, raffreddore e mal di gola. Una singola dose di miele è altrettanto efficace quanto una singola dose di destrometorfano per alleviare la tosse notturna e permettere un sonno adeguato.
IMMUNOSTIMOLANTE
Secondo una recente ricerca, defensin-1, una proteina del miele, possiede proprietà antibatteriche e potrebbe essere utilizzata contro i batteri resistenti ai farmaci. Questa proteina può essere usata per trattare ustioni e infezioni della pelle e per sviluppare nuovi farmaci in grado di combattere le infezioni resistenti agli antibiotici”, spiega una sintesi della ricerca pubblicata sul Giornale della Federazione delle Società Americane di Biologia Sperimentale.