17-09-2014
Il primo a parlare dell'esistenza di un cervello nella pancia è stato l'esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, Dr. Michael D. Gershon, nel 1998, anno in cui ha pubblicato il suo libro: “Il secondo cervello”. “Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un cervello. Lo sgradevole intestino, è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità “emozionale” superiore. E' il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco, in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale” afferma Gershon. Le trentennali ricerche di Gershon, hanno portato il mondo accademico a conoscenza dell'esistenza di una connessione strettissima tra intestino e cervello poiché, nell’intestino, si trova una rete nervosa molto complessa composta da oltre cento milioni di neuroni (sistema nervoso enterico) che gestiscono le attività intestinali e che si collegano al cervello tramite il sistema nervoso vegetativo. Inoltre, l'intestino produce il 95% della serotonina del nostro corpo, neurormone noto per garantire il buonumore ed il benessere dell'intero organismo.
A confermare e completare le ricerche di Gershon, il team di ricerca canadese della McMaster University, guidato dal Dr. Stephen Collins, nel 2011, ha pubblicato sulla rivista scientifica Gastroenterology i risultati di uno studio che dimostra l'influenza della flora batterica intestinale, più precisamente chiamata microbiota, sul chimismo cerebrale e sul comportamento. Nell'intestino di ogni persona vivono molte migliaia di miliardi di batteri che concorrono a svolgere diverse disparate funzioni essenziali per il mantenimento di uno stato di buona salute e dell'equilibrio dell'umore. Neuroni e flora batterica intestinale, dunque, sono direttamente coinvolti nei meccanismi dell'ansia e della depressione, nei nostri comportamenti e nell'umore con cui affrontiamo la vita. Il nostro secondo cervello decide i nostri stati d'animo, in base allo stato di salute del microbiota che, a sua volta, incide sull'attività del sistema nervoso enterico. Questi studi hanno risvolti molto importanti sia perché spesso le malattie dell'intestino (come per esempio la sindrome dell'intestino irritabile) sono legate a stati ansiosi o depressivi, sia perché numerose malattie, finora ritenute neuropsichiatriche, potrebbero avere la loro genesi proprio nell'intestino.