IL MENU' DELL’OSPEDALE: OVVERO COSA CI TOCCA MANGIARE IN CASO DI RICOVERO.

27-08-2019

La maggior parte dei ricoverati è scontenta di come si mangia negli ospedali italiani: le lamentele riguardano gli orari dei pasti (stabiliti per la comodità del personale senza tener conto delle esigenze dei pazienti e dei visitatori), il gusto e la varietà del cibo servito, e il servizio stesso. Un’inchiesta pubblicata qualche anno fa da La Nazione riportava il commento di un anziano degente, che si domandava come mai fosse impossibile avere un pasto caldo in corsia, cosa invece normale nelle trincee della prima guerra mondiale. Il problema del cibo in ospedale non è trascurabile, poiché il paziente da esso ricerca conforto e una continuità con la vita domestica da cui è separato (perché oggi curarsi vuol dire venire strappati e avulsi dal proprio contesto affettivo), e giustamente protesta se incappa in un disservizio. Ma lo stesso paziente, se conoscesse il ruolo che il cibo esercita sulla malattia e la guarigione, sarebbe mille volte più arrabbiato!
Il mondo della medicina è scisso: da un lato vi sono le ricerche, gli studi, i congressi medici in cui si sancisce l’importanza di una dieta con meno sale, zucchero, proteine e grassi animali e con più verdure, legumi e cereali integrali. E poi vi è la pratica ospedaliera, il dietista che prepara un menù che in certi casi sembra quello della tavola calda sotto casa. Un esempio: a una anziana signora, ricoverata in agosto per problemi di pressione alta, veniva servita la finocchiona (una varietà di salume). E che dire del brodo di pollo e del conseguentemente inevitabile pollo lesso? Secondo Muramoto (medico giapponese) il pollo (come le uova) ha la proprietà di innalzare la temperatura del corpo: ideale quindi per chi ha la febbre o un’infezione! Ma il menù dell’ospedale può essere sempre meno criticato, se lo si paragona con quella che sta diventando l’alimentazione standard nelle famiglie italiane, e al cui confronto è molto più ricco di buonsenso! Se le persone potessero curarsi a casa, sapendo che cibi usare, nella maggiore percentuale dei casi guarirebbero meglio, prima e con molto meno farmaci e spese per la collettività. Ma non sarà proprio questo che si vuole evitare?

ALIMENTI POCO CURATIVI PRESENTI NEL MENU’ STANDARD DEGLI OSPEDALI ITALIANI

COLAZIONE

- TÈ: eccitante quanto il caffè, con un effetto più prolungato e graduale. È un alimento particolarmente nocivo per i pazienti costretti all’immobilità o ansiosi e irrequieti.

- LATTE: qualsiasi problema di salute col latte peggiora. Le ricerche hanno dimostrato che è un alimento tossico per l’intero organismo.

- FETTE BISCOTTATE O BISCOTTI INDUSTRIALI: gli effetti nocivi sono quelli dovuti allo zucchero, al latte, al burro, alle uova e agli additivi chimici. Inoltre sono alimenti astringenti. Sono dannosi per i pazienti ricoverati con febbre, dolori, infezioni, stitichezza, tempi di cicatrizzazione delle ferite più lunghi, allergie e problemi immunitari, malattie degenerative (cancro).

PRANZO E CENA

- PASTA COL POMODORO: aumenta l’acidità nel sangue. È sconsigliato nei pazienti con febbre, infezioni, dolori, allergie e problemi immunitari, artrite, osteoporosi, cicatrizzazioni difficili e calcoli.

- FORMAGGIO: aumenta l’acidità nell’organismo. Con questo alimento qualsiasi problema peggiora.

- PROSCIUTTO: causa pressione alta, ritenzione di liquidi e acidità del sangue. Non è adatto a chi è ricoverato per problemi circolatori, di fegato, febbre, infezioni, problemi di reni, vescica, prostata e ginecologici.

- BRODO DI POLLO O POLLO LESSO O ARROSTO: aumenta la temperatura corporea e l’acidità del sangue. Da evitare nei pazienti ricoverati con febbre, infezioni, allergie, problemi di fegato e del sistema linfatico, problemi ginecologici, alla prostata, milza e pancreas.

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