30-08-2019
Una caratteristica interessante dei semi oleosi è che contengono una serie di sostanze che contribuiscono a mantenere pulite le arterie e a far circolare bene il sangue. L’effetto cardioprotettivo della frutta oleosa è stato scoperto per caso dai ricercatori della Loma Linda University, che hanno chiesto ai 26.000 seguaci della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, una comunità molto attenta ai problemi della salute, di indicare la frequenza con cui consumavano 65 tipi di alimenti. Per combinazione gli avventisti amano molto i semi oleosi e il 24% degli intervistati ha dichiarato che ne mangiava almeno cinque volte alla settimana, mentre solo il 5% della popolazione generale ne fa un uso altrettanto frequente. In seguito gli esperti sono giunti alla conclusione che a questa abitudine andava attribuita l’enorme differenza nel rischio cardiaco tra avventisti e popolazione generale. Mangiando frutta oleosa da una a quattro volte la settimana il rischio di morire di malattie cardiache derivanti da arteriopatia ostruttiva scendeva del 25%, mentre per coloro che ne mangiavano cinque o più volte la settimana era addirittura dimezzato.
I ricercatori non sanno esattamente perché questa differenza sia dovuta proprio alla frutta oleosa. Le varietà più comuni erano arachidi, mandorle e noci. (A rigore le arachidi sono legumi, ma dal punto di vista nutrizionale sono molto simili ai semi oleosi e, non a caso, vengono chiamate anche noccioline americane). Che cos’hanno i frutti oleosi, così carichi di olio, per riuscire a “sgrassare” in maniera tanto efficace le arterie? Tranne poche eccezioni, la frutta oleosa ha un elevato contenuto di grassi monoinsaturi e polinsaturi che quando sostituiscono i grassi saturi nella dieta di una persona, possono favorire un abbassamento del colesterolo totale e soprattutto del pericoloso colesterolo LDL. Al tempo stesso i semi oleosi non influiscono sul livello di colesterolo HDL, quello che fa bene al cuore. Un altro fattore che rende la frutta oleosa particolarmente indicata per il cuore è un aminoacido, l’arginina, che l’organismo trasforma in parte in monossido di azoto (NO), sostanza che favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni con un effetto molto simile alla nitroglicerina, un farmaco che viene utilizzato nei casi in cui è necessario dilatare rapidamente le arterie e permettere un maggior afflusso di sangue al cuore. Sembra che il monossido di azoto impedisca l’aggregazione piastrinica, il che diminuirebbe ulteriormente il rischio cardiaco.
La frutta oleosa contiene anche abbondante vitamina E, che impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. L’ossidazione è il fenomeno in seguito al quale il colesterolo aderisce più facilmente alle pareti arteriose e ostacola la circolazione sanguigna. La frutta oleosa contiene più vitamina E di qualsiasi altro alimento, ad eccezione degli oli. Mandorle e noci sono tra le varietà più raccomandabili da questo punto di vista. Un terzo di tazza di mandorle o noci ne contiene circa 12 UI (Unità Internazionali), pari al 40% del fabbisogno giornaliero. I semi oleosi contengono infine quantità notevoli di rame e magnesio, minerali benefici per il cuore. Il magnesio regola il tasso di colesterolo, la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco, mentre il rame contribuisce ad abbassare il colesterolo.