05-09-2019
I kahunas, guaritori polinesiani, utilizzano il noni da più di 2000 anni per guarire una serie di malattie. Tradizionalmente, gli si attribuisce la virtù di stimolare il sistema immunitario e, perciò, di aiutare a combattere le infezioni e, anche, di prevenire il cancro e la proliferazione dei tumori. Viene anche impiegato per alleviare i dolori dell’infiammazione. Da diversi anni, degli studi scientifici hanno confermato la fondatezza del suo utilizzo tradizionale. La morindina attiva degli enzimi “dormienti” dell’intestino tenue di cui l’organismo ha bisogno per avere una digestione efficace, calmare i nervi e aumentare l’energia intellettuale e fisica. La xeronina protegge e conserva la forma e la flessibilità di proteine specifiche che devono attraversare le pareti cellulari ed essere utilizzate per formare dei tessuti sani. Degli studi scientifici in vitro e in vivo indicano che il succo o l’estratto di noni:
- stimola il sistema immunitario (la produzione delle cellule T): somministrato ad alcuni topi ai quali erano state iniettate delle cellule di carcinoma dei polmoni, prolunga la sopravvivenza degli animali probabilmente agendo sui macrofagi e/o sui linfociti;
- ha delle proprietà antiossidanti che contribuiscono all’azione anticancerogena;
- ha un’attività antitumorale e inibisce la crescita di tumori cancerogeni. L’effetto citotossico su diverse colture di cellule cancerogene si è dimostrato dipendente dalle dosi;
- inibisce la produzione del TNF-alfa (fattore necrotizzante dei tumori), un promotore endogeno dai tumori; sembra anche esercitare un’azione preventiva nello stadio di iniziazione della cancerogenesi;
- rinforza l’efficacia di certi farmaci anticancerogeni come il prednisolone, pertanto il suo utilizzo potrebbe permettere di diminuire le dosi di farmaci e ridurre così gli effetti tossici del trattamento;
- ha un effetto analgesico e antinfiammatorio: in alcuni ratti Wistar, riduce l’infiammazione della mucosa orale e ha un effetto analgesico dose-dipendente;
- ha degli effetti inibitori sulla via metabolica dell’acido arachidonico (blocca l’attività degli enzimi COX-2 e 5-LOX);
- in alcuni topi con un diabete indotto tramite streptozotocina, riduce significativamente i livelli di zucchero nel sangue e accelera la guarigione delle ferite;
- mostra un’attività antifungina e antimicrobica significativa contro diverse tipologie di funghi e di batteri. Potrebbe soprattutto bloccare le candidosi e aspergillosi.