21-10-2019
Il suo colore, arancione o rosso vivo, ricorda quello del fuoco e infatti il nome scientifico Diospyros in greco significa “fuoco di Zeus”. Una volta ingerito, il suo effetto è invece l’esatto opposto del fuoco ardente, perché è un ottimo emolliente del tubo digerente, specialmente dell’intestino. La polpa gelatinosa del cachi contiene pochissime proteine e grassi. Della sua composizione ricordiamo soprattutto le seguenti sostanze:
- Zuccheri: è composto da un 15% di zuccheri. Il più abbondante è il fruttosio, seguito da glucosio e saccarosio.
- Pectina e mucillagini: sono carboidrati complessi, responsabili della consistenza gelatinosa della polpa del cachi che, insieme alla mela, è uno dei frutti più ricchi di pectina. La pectina e le mucillagini sono i componenti più importanti delle cosiddette fibre vegetali di tipo solubile, le quali costituiscono il 3,6% del frutto. La pectina e le mucillagini trattengono acqua, aumentando il volume delle feci e facilitandone così l’evacuazione. Trattengono anche zuccheri, che perciò non vengono assorbiti rapidamente (come accade invece ingerendo lo zucchero puro), ma poco a poco. Similmente, trattengono il colesterolo presente nel tubo digerente e proveniente dagli alimenti di origine animale, facendo in modo che una parte venga eliminata con le feci. La pectina e le mucillagini del cachi immediatamente leniscono e disinfiammano le pareti del tubo digerente, specialmente nell’ultimo tratto (intestino crasso).
- Tannini: sono composti fenolici dal grande potere astringente e coagulano le proteine, formando sulle mucose uno strato asciutto e resistente. I tannini si riconoscono subito per la sensazione aspra che trasmettono al palato. La loro azione astringente è tanto più grande, quanto più sono concentrati. Esistono varietà di cachi più ricche di tannini rispetto alle altre, ma in tutte i tannini diminuiscono (se addirittura non scompaiono completamente) nelle ultime fasi del processo di maturazione. La massima concentrazione di tannini nei cachi si raggiunge nel mese di ottobre, quando non sono ancora perfettamente maturi (in genere il mese della maturazione è novembre).
- Carotenoidi: sono sostanze derivate dal betacarotene e il nostro organismo le usa per produrre vitamina A (per questo prendono il nome di provitamina A). I carotenoidi sono importanti perché esercitano una provata azione antiossidante, che ritarda l’invecchiamento cellulare, combatte l’arteriosclerosi e previene il cancro. Dei cinque carotenoidi presenti nel cachi, segnaliamo per abbondanza il licopene (presente anche nel pomodoro) e la criptoxantina. Questi carotenoidi son responsabili del colore arancione o rossiccio. Il cachi è uno dei frutti più ricchi di carotenoidi: 100 g forniscono il 22% del fabbisogno giornaliero di vitamina A per un adulto, quindi un cachi di dimensioni medie (250 g) fornisce la metà della quantità giornaliera raccomandata.
- Vitamina C: il cachi non è uno dei frutti più ricchi di vitamina C, ma fornisce una quantità comunque notevole e sufficiente a favorire l’assorbimento di ferro che contiene.
- Ferro: dopo il potassio, è il minerale più abbondante nel cachi. Un frutto di 250 g fornisce il 10% del fabbisogno giornaliero di ferro di un adulto, una quantità abbondante trattandosi di un frutto fresco.
Tutti questi componenti fanno del cachi un frutto indicato in caso di:
MALATTIE INTESTINALI
Esercita una blanda azione astringente sulle pareti intestinali, perché i tannini (astringenti), la pectina e le mucillagini (emollienti) agiscono contemporaneamente. Alcune varietà di cachi e i frutti non troppo maturi possono esercitare un’azione astringente più intensa di altri. I cachi inoltre disinfiammano l’intestino, perché sono ricchi di pectine e mucillagini e per l’alto contenuto di carotenoidi. Contro ogni tipo di diarrea e colite, si consigliano da tre a sei cachi al giorno, che contribuiscono a normalizzare rapidamente il passaggio intestinale e a disinfiammare le mucose dell’apparato digerente. I cachi completamente maturi, quelli con la polpa più morbida (si riconoscono dal sapore più dolce), contengono pochissimi tannini e quindi sono meno astringenti (e poco efficaci per arrestare la diarrea rispetto ai cachi poco maturi); tuttavia sono sempre ottimi antinfiammatori dell’intestino e sono utili in caso di colite cronica, spasmi intestinali, meteorismo e colon irritabile.
MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE
Sono molto indicati in caso di arteriosclerosi, ipertensione arteriosa e malattie cardiache in generale, perché sono poveri di grassi e di sodio e ricchi di carotenoidi, che proteggono le arterie.
ANEMIA
La piccola quantità di ferro che contengono viene assorbita molto bene, grazie alla presenza di vitamina C. In caso di anemia ferropriva (da mancanza di ferro), il tipo più frequente di anemia, si consiglia di mangiare cachi in abbondanza.
DIABETE
Il cachi è un frutto dolce, ma i diabetici lo tollerano bene per due motivi:
1. Più della metà del loro 15% di zucchero è formata da fruttosio, lo zucchero naturale della frutta. Questo tipo di zucchero richiede meno insulina per essere sfruttato dalle cellule dell’organismo e i diabetici, il cui pancreas produce meno insulina, tollerano e sfruttano meglio il fruttosio.
2. I cachi sono ricchi di fibre vegetali di tipo solubile, sotto forma di pectina, che trattengono gli zuccheri nell’intestino e li liberano lentamente. In questo modo, il fruttosio non si trasforma rapidamente in glucosio nel sangue (il che sarebbe dannoso per i diabetici), ma attraverso un processo lento e graduale.
Per l’azione benefica sull’intestino e il contenuto di carotenoidi e di ferro, i cachi sono particolarmente indicati per i diabetici.
PREPARAZIONE E USO
- Crudo: il cachi si può mangiare solo nei mesi autunnali, perciò bisogna approfittare di questo periodo per mangiarne in abbondanza. In caso di diarrea, si possono mangiare fino a sei cachi al giorno.
- Purè di cachi: è molto apprezzato per preparare creme, marmellate, gelatine e composte. Si combina molto bene con la ricotta, lo yogurt e la panna.