22-10-2019
Non è detto che bere tanta acqua si risolva in un beneficio per il nostro organismo. Secondo uno studio inglese, infatti, stare continuamente attaccati alla bottiglia può creare una vera e propria forma di dipendenza, definita dagli anglosassoni “aquaholism”. Cosa comporta? Secondo i medici britannici insonnia, eccessiva sudorazione, affaticamento dei reni e diluizione anomala del sangue. Il prof. Mark Whiteley, fondatore dell'omonima clinica privata di Londra, spiega che bere in maniera eccessiva elimina la capacità di autocontrollo del cervello, che in condizioni normali ci avvisa della necessità di fermarci.
L'insonnia è tra i principali effetti negativi del troppo bere. Quando ci addormentiamo, infatti, il cervello comincia a rilasciare un ormone antidiuretico - l'ADH - che serve a farci “superare” la notte senza aver bisogno di andare al bagno. Se si beve troppo, però, l'azione dell'ormone viene ostacolata costringendoci ad alzarci e a interrompere il sonno. I bevitori compulsivi, inoltre, rischiano di alterare il corretto equilibrio elettrolitico del corpo, finendo per diluire troppo il sangue. Le conseguenze possono essere anche gravi, in particolare l'insorgenza di malattie cardiovascolari. Ad essere oggetto di alterazione sarebbe nello specifico il ciclo sodio-potassio, due minerali fondamentali per la salute umana. In definitiva, la scelta migliore sarebbe quella di bere soltanto quando si ha sete, cercando di non andare oltre i 2 litri di acqua giornalieri. Ovviamente il suggerimento non vale per gli anziani, che spesso bevono troppo poco perché hanno perso lo stimolo a farlo e non si rendono contro del rischio di disidratazione.