04-11-2019
Buone notizie anche per chi fa vita sedentaria, segue una dieta scorretta (fatta magari anche di cibo spazzatura), chi ha il colesterolo alto e troppi grassi nel sangue. C’è un frutto di stagione, il melograno, che è risultato avere molte proprietà benefiche per l’organismo: in particolare sull’apparato cardiovascolare e circolatorio. Ma non solo. A concedere la palma di frutto salutare al melograno è un nuovo studio condotto dai ricercatori spagnoli dell’Istituto Catalano di Scienze Cardiovascolari e presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Lina Badimon, hanno testato gli effetti di una pillola che era un concentrato di sostanze antiossidanti, come i polifenoli, estratte dal melograno. Lo studio è stato condotto su modello animale: un gruppo di suini, scelto proprio perché il sistema cardiovascolare di questi animali è molto simile a quello degli esseri umani. I ricercatori hanno voluto osservare e studiare gli effetti sul sistema vascolare di una dieta ricca di grassi, per poi verificare gli effetti della somministrazione della pillola a base di melograno. Come previsto, la dieta scorretta aveva danneggiato la salute cardiovascolare, i vasi sanguigni e l’endotelio: delicato rivestimento di questi ultimi e quella parte deputata al rilascio di sostanze chimiche che controllano l’espansione e la contrazione dei vasi sanguigni. Una diretta conseguenza di un danno all’endotelio è l’indurimento delle arterie, o aterosclerosi, che è poi l’anticamera di eventi cardiovascolari come per esempio infarto e ictus.
Il passo successivo è stato quello di somministrare una dose giornaliera (200 g) di polifenoli, chiamati punicalagine (l’antiossidante maggiore contenuto proprio in questo tipo di frutto) per mezzo di una compressa. I risultati sono stati più che promettenti, e hanno mostrato che il concentrato di melograno aveva annullato molti degli effetti deleteri della dieta ricca di grassi. «Arricchire una dieta con i polifenoli del melograno può aiutare a prevenire e ritardare le disfunzioni endoteliali, che sono tra i primi segni di aterosclerosi e ictus», ha concluso nel comunicato ICSC la dottoressa Badimon.
https://academic.oup.com/eurheartj/article/34/suppl_1/P705/2860035