25-11-2019
Gli steroidi stanno raggiungendo velocemente gli antibiotici come il tipo di medicinale della valigetta del dottore più usato. Non c’è dubbio che la scoperta degli steroidi più di mezzo secolo fa sia stata fondamentale nella medicina, ha salvato molte vite di persone che come il Presidente John F. Kennedy, soffrivano del morbo di Addison, una malattia delle ghiandole surrenali che provoca una produzione insufficiente di ormoni. Gli steroidi imitano l’azione delle ghiandole surrenali, i regolatori generali del metabolismo umano più potenti. John Stirling, direttore dell’industria produttrice di vitamine Biocare, attribuisce ad una terapia molto breve a base di steroidi (solo tre iniezioni) il merito di aver fatto ricominciare a funzionare il suo sistema surrenale dopo uno shock anafilattico, salvandogli in questo modo la vita. Il problema è che, come per gli antibiotici, gli steroidi appaiono una cura miracolosa. I pazienti con l’artrite deformante o con l’asma sembra stiano istantaneamente meglio quando iniziano a prendere gli steroidi. Il respiro affannoso, il gonfiore e il dolore scompaiono. Allora i dottori si rivolgono agli steroidi come prima anziché ultima linea d’attacco, per i loro effetti antinfiammatori e antiallergici. Come succede per gli antibiotici, quello che una volta era riservato ai casi di estrema emergenza, viene ora utilizzato per i disturbi più banali. Gli steroidi vengono ora distribuiti velocemente come gli antibiotici, anche ai bambini, al primo segno di infiammazione di qualsiasi tipo. Si trovano in molti rimedi veloci tra cui farmaci per la pelle e sono considerati il medicinale migliore per l’asma. Gli eczemi, l’artrite, problemi alla schiena, problemi intestinali come la colite ulcerosa, praticamente tutte le infiammazioni o le reazioni allergiche sono curate con medicinali a base di steroidi e ne vengono inventati usi sempre nuovi. L’unica eccezione è il Morbo di Addison, per il quale gli steroidi funzionano come terapia di rimpiazzo per il cortisone, proprio come l’insulina viene data ai diabetici.
Lontani dall’essere un medicinale meraviglioso che “cura tutto”, gli steroidi non sono in grado di curare alcun problema. Tutto quello che fanno è sopprimere la capacità del nostro corpo di dare una risposta normale. In pochi casi questo tipo di soppressione dà effettivamente al corpo una possibilità di guarirsi. Ma più spesso, l’effetto è immediato, devastante e provoca danni permanenti. E noi ci stiamo rendendo conto solo ora quanto questi danni si verifichino velocemente. Tuttavia ultimamente stiamo scoprendo che non esiste il concetto di dose sicura. Danni debilitanti permanenti possono verificarsi anche settimane dopo che il trattamento è iniziato, anche con dosi basse. Uno studio randomizzato, condotto in Olanda con un gruppo di controllo che assumeva placebo, dove né i componenti dei gruppi né i ricercatori sapevano chi assumeva cosa, ha indicato che il prednisolone ha un effetto fondamentale sulla densità minerale delle ossa della spina lombare. I pazienti che prendevano solo 10 mg di prednisolone soffrivano ogni giorno di una diminuzione giornaliera nella densità ossea dell’8% anche solo dopo cinque mesi di utilizzo di steroidi. Una volta che i pazienti avevano terminato le terapie la loro densità ossea aumentava leggermente ma non raggiungeva mai i livelli precedenti al trattamento. Questa perdita ossea è stata considerata simile a quella sofferta da donne che avevano subìto una rimozione delle ovaie. Il livello di perdita ossea in questo studio era simile a quello riportato dall’utilizzo di dosi molto maggiori di medicinali, il che suggerisce che quando si tratta di dosaggio non sempre una maggiore o minore quantità corrispondono ad una maggiore o minore pericolosità. I ricercatori olandesi hanno concluso che “l’uso di prednisolone deve essere limitato il più possibile a brevi periodi di tempo”. Dosi, anche basse, di steroidi inalati (400 microgrammi al giorno) riducono la formazione ossea. Steroidi da introdurre tramite il massaggio hanno provocato la sindrome di Cushing nei bambini già un mese dopo l’inizio del trattamento e gli steroidi inalati indicano il rallentamento della crescita nei bambini già dopo sei settimane dalla loro assunzione.
Nonostante gli steroidi vengano usati praticamente per tutti i tipi di malattie infiammatorie ed autoimmuni non sono stati soggetti a studi scientifici a lungo termine per scoprire come o se funzionano per condizioni specifiche. Lo shock settico e la sindrome da stress respiratorio sono due condizioni dove gli steroidi venivano usati ampiamente come trattamento, finchè le prove scientifiche non hanno dimostrato che non solo non erano utili, ma che effettivamente provocavano dei danni. A differenza degli antibiotici, gli steroidi sono tutti ad ampio spettro – cioè non influenzano solo l’area del corpo che si intende trattare, ma diffondono i loro effetti in tutte le cellule: il sistema nervoso centrale, le cellule ossee, i muscoli lisci, il sangue, il fegato e in molti altri organi del corpo. I ricercatori hanno cercato di modificare la composizione chimica del cortisone per renderlo più adatto a certe parti specifiche del corpo, ma fino ad ora questo obiettivo non è stato raggiunto. I dottori pare abbiano un particolare punto cieco relativamente a questi medicinali, un punto di oblìo rispetto alla terribile strage che sono in grado di provocare ammessa anche dai produttori stessi. Sappiamo da più di 30 anni che gli steroidi provocano la sindrome di Cushing, caratterizzata da volto e addome grassi, da grasso sul collo, alta pressione sanguigna e debolezza muscolare. Provocano inoltre la distruzione dei muscoli, ritenzione idrica, atrofia della pelle, lividi, smagliature, insonnia, gravi cambiamenti d’umore, sintomi di schizofrenia o depressione maniacale (psicosi da steroidi), osteoporosi, cataratta, glaucoma, problemi mestruali, impotenza, perdita della libido, shock allergico, stomatiti ricorrenti in bocca e diabete.