06-12-2019
L’olio di origano viene estratto dall’origano (Origanum vulgare), una pianta aromatica mediterranea utilizzata tradizionalmente per rinforzare le funzioni digestive, respiratorie ed articolari. Occorre una tonnellata di origano per produrre 15-30 litri di olio. Nel periodo dell’apogeo della civilizzazione islamica, i medici utilizzavano già l’origano e i relativi oli per trattare le malattie infettive. L’olio di origano contiene soprattutto carvacrolo, un composto fenolico conosciuto per le proprietà antinfettive ad ampio spettro che lo rendono un agente antivirale, antifungino, antibatterico e antisettico molto efficace. Un gran numero di studi in vitro hanno mostrato che l’olio di origano e il carvacrolo distruggono un’ampia serie di batteri e funghi. Sono stati pubblicati più di 30 studi sulle proprietà antimicrobiche dell’olio di origano e mostrano soprattutto che:
- in vitro, su 25 specie batteriche studiate, l’olio di origano ne inibiva 19, mostrava una buona attività contro 4 di esse e non era in grado di interrompere la crescita di 2 di esse;
- in vitro, il carvacrolo esercitava delle proprietà antifungine contro Candida albicans e su una candidosi orale indotta sperimentalmente in alcuni ratti immunodepressi, suggerendo che può costituire un trattamento efficace della candidosi orale;
- testato su un modello di lievito Saccharomyces cerevisiae, l’olio di origano danneggia in maniera significativa la superficie delle cellule trattate;
- in alcuni topi, l’olio di origano combatte più efficacemente l’infezione da stafilococco aureus rispetto a un antibiotico. Protegge anche con successo contro l’infezione in alcuni animali ai quali è stato iniettato il lievito Candida albicans;
- ad una dose relativamente scarsa, l’olio di origano è anche efficace contro i batteri a stafilococchi rispetto a degli antibiotici come la penicillina, la streptomicina e la vancomicina; potrebbe rappresentare un trattamento efficace contro le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici;
- l’olio di origano elimina il coronavirus umano e frena la duplicazione nelle cellule ospiti infettate dal virus.