06-12-2019
Il riso si distingue principalmente in due tipi: riso integrale e riso brillato. Per ottenere il riso integrale, è sufficiente che il chicco proveniente dalla risaia, venga sottoposto solo alla sbramatura e non alla successiva sbiancatura, come avviene per il riso brillato. Quando si acquista conviene dare la preferenza a quello biologico integrale perché, essendo in esso presente il germe e la crusca, a differenza del riso bianco che ne è privo, è più facile che i pesticidi vengano assorbiti dal chicco. Gran parte delle malattie e delle condizioni di malessere si associano infatti a uno stato infiammatorio, e sarebbe estremamente utile, in caso di patologie in atto, ma anche solo a scopo preventivo, osservare una dieta antinfiammatoria, che riduca cioè i cibi che favoriscono l’infiammazione e favorisca quelli capaci di attenuarla o addirittura spegnerla. Il riso integrale è consigliato per la sua azione antinfiammatoria. Quando c’è uno stato infiammatorio acuto è addirittura consigliabile assumere solo riso integrale per alcuni giorni, meglio se stracotto e passato per formare una crema, da condire con semi di lino o semi di zucca tritati.
Il riso ben maturo si raccoglie con mietitrebbiatrici simili a quelle usate per gli altri cereali. Quali prodotti finali si ottengono il risone, cioè le cariossidi rivestite dalle glumelle, e la paglia, usata come lettiera. Il risone viene conservato al 12-14% di umidità, previa essiccazione artificiale. Viene sottoposto ad una prima pulitura e quindi alla sbramatura, che consiste nell’asportazione delle glumelle. Il risone decorticato subisce poi la sbiancatura, cioè l’asportazione degli strati più esterni e del germe; questa operazione procede per gradi, attraverso il passaggio in 3-4 macchine sbiancatrici, dando origine a diverse classi di prodotto fino ad ottenere il riso raffinato, che può essere ulteriormente trasformato in:
• riso camolino, trattato con olio di lino o di vaselina;
• riso brillato, trattato con olio, talco e glucosio.
Il riso così ottenuto è pronto per essere consumato; tuttavia, essendo esclusivamente amidaceo, povero di proteine, sali minerali, grassi e vitamine, non può essere considerato un alimento completo. La paraffina usata per la brillatura può essere dannosa per la mucosa gastrica e il silicato di magnesio contenuto nel talco è sospetto cancerogeno per lo stomaco. I sottoprodotti del riso, oltre la paglia, sono la lolla, costituita dalle glumelle (liberate con la sbramatura) e utilizzata come combustibile o materiale isolante, la pula, il farinaccio e la gemma che residuano dalla sbiancatura e sono destinati all’alimentazione animale. Anche il riso basmati lo possiamo acquistare nella versione integrale, l’unico inconveniente del riso integrale è la cottura che va intorno ai 45 minuti.
SBRAMATURA
Serve a togliere dal riso, detto ancora risone, le glumelle, ossia le leggere lamelle vegetali che avvolgono ogni singolo chicco e lo trattengono sulla spiga.
SBIANCATURA
Durante questa operazione viene tolta dal riso, per sfregamento, la pellicola interna che ancora lo riveste e i suoi strati periferici, oltre il germe ed i frammenti derivanti dalla spuntatura.
SPAZZOLATURA
Con questa operazione si eliminano, mediante macchine spazzolatrici, le farine degli strati superficiali, che sono i residui delle lavorazioni precedenti.
LUCIDATURA
Viene eseguita in apparecchi ad elica allo scopo di conferire al riso un aspetto più gradevole; con l’aggiunta di piccole quantità di olio di lino si ricava il riso camolino.
BRILLATURA
Viene effettuata per rendere il chicco più bianco e brillante, ma elimina la vitamina B1. Si esegue cospargendo il chicco con uno strato di talco e glucosio, ma occorre ricordare che il talco è una polvere minerale tossica sia per chi la lavora che per chi la mangia.