03-01-2020
Con la crescente consapevolezza sull'intima relazione che collega intestino e cervello, il concetto che il grano possa danneggiare il cervello può iniziare ad essere preso sul serio. Molte recenti pubblicazioni, come il best seller del New York Times “Wheat Belly” del Dr. William Davis, hanno permesso di effettuare grandi progressi nella conoscenza popolare sulla dipendenza prodotta dal glutine. Anche "Grain Brain" di David Perlmutter illustra con enfasi il ruolo giocato dal grano come agente additivo. Del resto, la farina rappresenta la causa più comune di danno intestinale (enteropatia) sia nelle persone celiache che in coloro che hanno una semplice intolleranza al glutine ma non sono state diagnosticate come celiache. Non è casuale che i danni del glutine associati all'intestino – definito spesso come “cervello enterico” o “secondo cervello” - possono avere effetti secondari anche sul sistema nervoso centrale. Oltre a questo, una ricerca portata avanti di recente ha identificato nella letteratura biomedica oltre 200 effetti collaterali correlati ai cereali contenenti glutine, con la neurotossicità in cima alla lista di 21 diverse modalità di rischio associate agli effetti del grano. Queste proprietà neurotossiche si estendono dalla neuropatia all'atassìa, fino a diverse condizioni psichiatriche come stati acuti di mania e di schizofrenia.
Uno studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry intitolato “Cervello Iper-eccitabile e Celiachia: una nuova sindrome” ha identificato questa nuova sindrome all'interno di una più ampia gamma di cosiddetti disturbi correlati al consumo di glutine. Gli autori la definiscono Ipereccitabilità cerebrale e malattia celiaca refrattaria. Secondo lo studio, mentre la malattia celiaca rimane una delle più frequenti manifestazioni dei disturbi di questo tipo, anche la disfunzione neurologica sta prendendo piede come manifestazione extra-intestinale, con una serie di disturbi come atassìa cerebellare, neuropatia, ganglionopatia sensoriale ed encefalopatia (mal di testa e anomalie della sostanza bianca). Gli esperti sottolineano che le manifestazioni neurologiche derivanti dalla tossicità del glutine può avvenire con o senza evidenza di danno intestinale. Mentre il danno intestinale è molto più comune di quanto si creda, il problema legato al glutine si estende ben oltre la parete intestinale e raggiunge anche l'esterno dell'intestino con i suoi effetti secondari. Va anche detto che molte delle sequenze peptidiche all'interno della vasta gamma di proteine che noi definiamo comunemente come “glutine” sono farmacologicamente psicoattive e le conseguenze a livello cognitivo e neurologico si verificano subito dopo l'ingestione.
Uno studio più recente ha coinvolto 7 pazienti (5 uomini e 2 donne) scelti tra 540 pazienti con manifestazioni neurologiche correlate al glutine. Questi pazienti hanno dato segni di tremore mioclonico, una contrazione muscolare involontaria che inizialmente appare sul volto, sulla lingua, su un braccio o una gamba. Poi si diffonde al resto del corpo in modo così grave da portare a crisi epilettiche che iniziano con un'attività elettrica anomala all'interno della corteccia motoria primaria e che può coinvolgere una serie di comportamenti come sbavare, schioccare le labbra, effettuare movimenti non intenzionali. Inoltre tutti i pazienti presentavano atassìa agli arti, con una prominente andatura atassica. L'atassìa è la mancanza di coordinamento volontario dei movimenti muscolari, per intenderci. Alcuni test elettrofisiologici hanno mostrato le prove di mioclono corticale, degli spasmi muscolari involontari provenienti da una scarica anomala della corteccia cerebrale. Un'ulteriore valutazione clinica ha rivelato anche il coinvolgimento cerebellare, ma questa è una caratteristica secondaria. Bisogna infatti distinguere questa condizione dall'atassìa cerebellare che è la più invalidante. A tutti i pazienti è stata fatta seguire una dieta rigorosa priva di glutine, ma anche dopo l'eliminazione degli anticorpi correlati al glutine si presentava ancora il danno intestinale refrattario, manifestazione della resistenza della malattia celiaca. I ricercatori ritengono che questa sindrome, seppur rara, è la più comune manifestazione neurologica della celiachia refrattaria. Naturalmente questa non è che la punta dell'iceberg dei disturbi legati al consumo di glutine. Si aggiunge al tema scottante del grano e dei suoi danni sul cervello o dell'alterazione mentale che è capace di causare.