27-03-2020
Secondo uno studio dell’Università di Torino, la vitamina D potrebbe avere un ruolo preventivo e terapeutico per la gestione del Coronavirus perché garantirebbe la riduzione del rischio di infezioni respiratorie di origine virale e la capacità di contrastare il danno polmonare da iperinfiammazione. Da alcune ricerche, è emerso che la maggior parte dei contagiati non ne ha a sufficienza e per questo motivo si suggerisce ai medici di assicurare adeguati livelli di vitamina D nei soggetti positivi, nei loro congiunti, nel personale sanitario, negli anziani fragili, nelle persone in regime di clausura e in tutti coloro che per vari motivi non si espongono adeguatamente alla luce solare. Inoltre, potrebbe anche essere considerata la somministrazione della forma attiva della vitamina D, il Calcitriolo, per via endovenosa nei pazienti affetti da Covid-19 e con funzionalità respiratoria particolarmente compromessa. Anche a tavola non devono mancare i cibi più ricchi di vitamina D che sono: il salmone, le aringhe e le sardine, l’olio di fegato di merluzzo, il tonno in scatola, i gamberi, il tuorlo d’uovo e i funghi. Vanno bene anche gli integratori alimentari che contengano un minimo di 1.000 U.I. (25 mcg) di vitamina D.