05-04-2020
La medicina moderna non ha ancora fatto niente per prevenire i problemi di second’ordine che accelerano l’invecchiamento e fanno riemergere la vulnerabilità, la degradazione e il dolore che gli sono associati. L’identificazione di nuovi meccanismi di invecchiamento permette di sviluppare terapie naturali capaci di opporsi ai cambiamenti biochimici da cui risultano queste manifestazioni degenerative:
• Il fattore necrotico tumorale alfa (TNF-alfa) è un messaggero chimico pericoloso che incita il sistema immunitario ad aggredire i tessuti sani dell’organismo. Un TNF-alfa elevato causa una cascata infiammatoria sistematica che può aggravare l’artrite, provocare complicazioni neurologiche vascolari letali, aggravare la cachessìa e l’invecchiamento patologico. È stato dimostrato che l’estratto di foglia di ortica ha un effetto potente ed inibitore sul TNF-alfa.
• Diverse ricerche condotte da vari scienziati hanno permesso di comprendere meglio l’importanza dell’acetil-L-carnitina e dell’acido alfa-lipoico per supportare il livello intracellulare di glutatione, importante per l’attività energetica dei mitocondri e proteggere dalle disfunzioni del sistema immunitario.
• Molte malattie degenerative associate all’invecchiamento, come i disturbi vascolari, neurologici e della visione, hanno la loro origine nel processo di glicazione tramite il quale delle molecole di glucosio si legano alle proteine per non renderle più funzionali. L’inibitore più potente del processo di glicazione è un amminoacido raro e molto costoso nominato carnosina.
• La diminuzione dell’attività del sistema immunitario associato all’invecchiamento rende le persone anziane vulnerabili alle malattie infettive. Uno studio controllato durato 2 anni ha mostrato che la somministrazione aggiuntiva di biotina, selenio e zinco riducono di due terzi il numero degli episodi di infezione.