14-04-2020
Non sempre, in caso di allergia, sono necessari farmaci di sintesi. In alcuni casi, la Natura viene in nostro aiuto apportando ottimi risultati, soprattutto nei casi più semplici – e meno gravi – da trattare. Oltre al tanto rinomato Ribes Nigrum, di cui si sfrutta l’utilizzo in tintura madre da molto tempo, è d’obbligo parlare della Perilla Frutescens, dalle eccellenti virtù antinfiammatorie e antiallergiche. Gli studi incentrati su questa pianta orientale sono molteplici e tutti confermano l’azione positiva in tali patologie. Durante una ricerca eseguita nel 2011 in Corea dall’Istituto di Medicina Orientale e dalla Kyung Hee University, per esempio, è emerso che l’estratto secco in polvere associato all’acido rosmarinico riduceva in tempi brevissimi il livello di istamina con conseguente miglioramento delle reazioni infiammatorie allergiche come rinite e rinocongiuntivite di tipo allergico. La pianta di Perilla viene adoperata in Cina e Giappone da secoli anche in cucina, in particolare come contorno nei piatti di pesce. Uno dei punti di forza di questa piantina appartenente alla famiglia delle Labiate (come la nostrana menta), è il suo contenuto in acido alfa-linoleico, conosciuto quale precursore dei tanto anelati omega-6. I semi contengono anche buone quantità di flavonoidi, composti antiossidanti preziosi per la prevenzione delle allergie. Ma non solo: agisce attivamente modulando il livello di immunoglobuline E (IgE), naturalmente elevate in caso di reazione allergica. La Perilla sembra aver dato risultato positivi su allergie di varia natura, sia essa stagionale o meno, come dermatiti, orticaria, eczemi e asma. Il suo contenuto in acidi grassi essenziali, inoltre, aiuta a mantenere sana sia la pelle che il sistema immunitario. Una loro carenza può portare a ritardi della crescita, astenia, debolezza, depressione e disturbi del sistema nervoso. Secondo alcuni studi pubblicati negli ultimi anni nel National Journal, dosi medie di acidi grassi polinsaturi migliorano il funzionamento cerebrale, la concentrazione e la neurotrasmissione. Quando assunti in eccesso, tuttavia, possono causare cancro alla prostata. Quindi, anche in questo caso l’equilibrio è d’obbligo.