LE SOSTANZE NATURALI PIU’ EFFICACI PER COMBATTERE L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA.

24-04-2020

Alcune sostanze naturali, oltre ad agire in sinergia per aiutare a prevenire o a ritardare i problemi di salute che compaiono frequentemente con gli anni sulla prostata, intervengono soprattutto sui diversi meccanismi di sviluppo che portano all’ipertrofia di questo organo.

- PYGEUM AFRICANUM: viene utilizzato in Europa fin dagli anni ’60 per trattare l’ipertrofia benigna della prostata. Contiene dei fitosteroli che esercitano un’azione antinfiammatoria inibendo la produzione di prostaglandine nella prostata. Su alcune cellule di prostata di ratti, ha anche mostrato un effetto antiproliferativo.

- RADICE DI ORTICA: più di 20 studi clinici hanno mostrato che solo o combinato ad altre piante, migliora i sintomi dell’ipertrofia benigna della prostata.

- QUERCETINA: è un flavonoide che ha delle potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Migliora i sintomi della prostatite, un’infiammazione o un’infezione della ghiandola della prostata.

- POLLINE DI SEGALE: inibisce la formazione di diidrotestosterone (DHT), la forma attiva del testosterone che stimola la crescita delle cellule della prostata. Una metanalisi indica che la sua assunzione diminuisce leggermente i sintomi urinari associati all’ipertrofia della prostata e soprattutto la nicturia (emissione di urine durante la notte).

- BOSWELLIA: agendo sull’infiammazione diminuisce il rischio di malattia. La sua attività antinfiammatoria è leggermente inferiore a quella dell’ibuprofene.

- TE’ VERDE: il suo principio attivo, l’epigallocatechina gallato (EGCG), blocca lo sviluppo di cellule cancerogene della prostata. Sembra anche inibire efficacemente l’attività dell’enzima 5-alfa-riduttasi di tipo 1, riducendo così la sintesi del DHT implicata nello sviluppo dell’ipertrofia benigna della prostata.

- SEMI DI LINO: i lignani dei semi di lino si trasformano nell’intestino in composti attivi, l’enterodiolo e l’enterolattone, che svolgono un’azione protettiva nei confronti dei tumori dipendenti dagli ormoni; inibiscono l’enzima aromatasi responsabile della conversione del testosterone in estradiolo; inibiscono il legame degli estrogeni alla proteina di trasporto, la sex hormone binding globulin (SHBG) accelerando così la loro eliminazione dall’organismo; inibiscono l’azione della 5-alfa-riduttasi diminuendo la sintesi del DHT.

- ZINCO: questo minerale è fortemente concentrato nelle cellule epiteliali della prostata. Inibisce la crescita cellulare così come l’attività del DHT.

- BORO: degli studi indicano che gli uomini che consumano una maggiore quantità di boro hanno il 65% in meno di rischio di sviluppare un tumore della prostata rispetto a quelli che ne consumano di meno.

- LICOPENE: uno studio recente indica che in alcuni uomini anziani, il licopene riduce i livelli di antigene specifico della prostata (PSA), previene lo sviluppo dell’ipertrofia benigna della prostata e ne diminuisce i sintomi.

- SELENIO: degli studi indicano che il selenio potrebbe diminuire il rischio di tumore della prostata e rallentarne lo sviluppo.

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