07-05-2020
“Quel che non ammazza ingrassa”, dice il proverbio, e potrebbe essere il motto del peperoncino, di cui molte persone non solo tollerano, ma addirittura amano il bruciore. Forse lo fanno solo per il gusto di stupire coloro il cui stomaco non regge nulla di più forte del ketchup, o per il “brivido” che provoca l’ingestione di questi piccantissimi frutti rossi; fatto sta che gli appassionati del peperoncino non perdono occasione per insaporire così non solo i piatti tradizionali delle varie cucine esotiche in cui è richiesto, ma anche frittate, stufati e persino insalate. D’altronde il peperoncino non è solo un condimento, un aroma: è noto in tutto il mondo per le sue proprietà curative e termogeniche. Fin dai tempi più antichi con i peperoncini piccanti o di Caienna sono stati curati tosse, raffreddore, sinusite e bronchite, afferma il dottor Irwin Ziment, professore di medicina all’University of California di Los Angeles. Sembra che possano contribuire a ridurre il colesterolo il colesterolo LDL, cioè quello associato con ictus, ipertensione e malattie cardiache. Pare inoltre che, per quanto possa sembrare incredibile, i peperoncini prevengono le ulcere gastriche. Gli amanti del peperoncino da tempo sostengono che, nelle sue numerose varietà, è un ottimo decongestionante, capace di liberare in men che non si dica il naso chiuso. In effetti il sapore piccante del peperoncino o dei suoi derivati, per esempio il Tabasco, sono talvolta efficaci quanto i farmaci da banco contro il raffreddore, come conferma il dottor Ziment. “Alcuni degli alimenti che nei secoli passati si utilizzavano contro le malattie dell’apparato respiratorio, tra cui i peperoncini piccanti, sono molto simili ai farmaci di oggi”. La sostanza grazie alla quale il peperoncino libera così efficacemente il naso si chiama capsaicina ed è la stessa che lo rende piccante. Dal punto di vista chimico la capsaicina è molto simile a una molecola, la guaifenesina, che entra nella composizione di molti farmaci da baco e non contro il raffreddore, per esempio il Robitussin (sciroppo per la tosse non più in vendita in Italia), afferma il dottor Ziment. Naturalmente l’impatto immediato sarà maggiore mangiando un peperoncino che non prendendo un farmaco: non appena il peperoncino tocca la lingua, il cervello riceve da bocca, lingua, gola e stomaco una massa di segnali alla quale risponde stimolando le ghiandole secretorie delle vie respiratorie. Il risultato è una produzione di liquidi che fa piangere gli occhi, colare il naso e fluidifica il muco nei polmoni, spiega il dottor Ziment. In altre parole, il peperoncino è un decongestionante ed espettorante naturale. “Contribuire ad eliminare la congestione e a liberare i seni paranasali è una caratteristica di tutti gli alimenti caldi e piccanti”, aggiunge il dottor Ziment.
Non occorre una grande quantità di peperoncino per ottenere tale benefico effetto: 10 gocce di salsa piccante in una scodella di brodo di pollo possono essere molto efficaci, suggerisce Paul Bosland, professore al dipartimento di orticoltura della New Mexico State University di Las Cruces e fondatore, presso questa stessa università, del Chile Pepper Institute. “Qui nel New Mexico facciamo quasi tutti così, quando ci sentiamo male”, spiega. “Con un pizzico di peperoncino passa tutto”. Per il raffreddore il dottor Ziment consiglia un gargarismo con acqua tiepida in cui siano state diluite 10 gocce di Tabasco, rimedio molto efficace, soprattutto per liberare i seni nasali. Oltre a sbloccare le vie respiratorie, il peperoncino può anche ridurre il tasso di colesterolo nel sangue, afferma Earl Mindell, farmacista e professore di nutrizione alla Pacific Western University di Los Angeles. “Quando ad animali di laboratorio viene somministrata una dieta ad alto tenore di capsaicina e povera di grassi saturi, il colesterolo “cattivo” LDL diminuisce”, spiega. Sembra che mangiando peperoncini sia anche possibile fluidificare il sangue. I ricercatori del Max Planck Institute tedesco hanno scoperto che, rallentando il processo di coagulazione del sangue, il peperoncino può ostacolare la formazione di trombi che a loro volta possono provocare attacchi cardiaci e ictus. Per anni i medici hanno consigliato a chi era predisposto all’ulcera di evitare i cibi piccanti, ma da recenti ricerche sembrerebbe che sia meglio fare il contrario e che i peperoncini impediscano l’insorgere di ulcere gastriche. Pare infatti che, stimolando la produzione di succhi gastrici protettivi, la capsaicina protegga la mucosa dello stomaco dagli acidi e dall’alcol che causano l’ulcera. I ricercatori del National University Hospital di Singapore hanno scoperto che coloro che consumavano le quantità più elevate di peperoncino in polvere avevano meno ulcere e hanno ipotizzato che il fattore protettivo sia costituito proprio dal peperoncino o dalla capsaicina.