25-05-2020
Il combattimento intrapreso contro i danni dell’invecchiamento e per l’allungamento della durata della vita umana è sempre frenetico. Gli scienziati hanno fatto una scoperta genetica che, secondo loro, potrebbe allungare la vita umana e proteggere anche contro il cancro. Esperimenti condotti su topi hanno dimostrato che la loro durata di vita poteva essere prolungata fino al 45%, senza tumori cancerosi. Ciò significa che un essere umano potrebbe vivere, in determinate condizioni, fino ad un’età prossima ai 125 anni e senza cancro, poiché i geni ritenuti responsabili sono presenti naturalmente nel topo e nell’uomo, e hanno ruoli identici.
- Il gene della telomerasi migliora il sistema immunitario e consente in particolare l’allungamento dei telomeri - i filamenti posti alle estremità dei cromosomi più corti. Risponde all’astragaloside IV e al cicloastragenolo (due sostanze contenute nell’astragalo).
- Il gene P53 (chiamato “soppressore tumorale”) viene attivato specificamente dal resveratrolo e suoi derivati.
- Infine, il gene P16, anch’esso un “Tumor Suppressor Gene” (gene oncosoppressore), completa la gamma controllando le mitosi cellulari anarchiche. La concentrazione del gene P16, che aumenta con l’invecchiamento dei tessuti, ha consentito di prendere in considerazione l’uso recente come analisi del sangue di riferimento in qualità di marker del livello di invecchiamento cellulare.
In una conferenza, Manuel Serrano, ricercatore spagnolo del CNIO, ha detto: “Quando si attivano il gene P53 e P16 nei topi, l’incidenza del cancro è quasi ridotta a zero”. Ricercatori spagnoli hanno scoperto che l’attivazione di tre geni, quello della telomerasi, il gene P53 e il gene P16, costituiva una parte di grande importanza nella lotta contro l’insorgenza e per la regressione dei tumori per apoptosi (morte cellulare programmata). E hanno aggiunto: “Noi non crediamo che i topi abbiano vissuto più a lungo perché non hanno avuto il cancro, ma perché questi geni proteggono contro l’invecchiamento”.
E’ la prima volta che gli scienziati sono stati in grado di estendere la durata della vita dei topi in questo modo (con l’inserimento di una copia aggiuntiva di tre geni), proteggendoli anche dal cancro. In precedenza, i topi invecchiavano senza cancro, ma la loro durata di vita non risultava significativamente modificata. Solo la restrizione calorica consentiva di estendere la loro aspettativa di vita. Questi topi transgenici, autorizzati a riprodursi, hanno rafforzato il loro nuovo modello di DNA, creando così un gruppo di “supertopi”, più longevi, in grado di vivere quattro anni e mezzo, mentre vivono, in media, tre anni, e in particolare godendo di una protezione ottimale contro il cancro.
Il Bupleurum falcatum appartiene alla famiglia delle Apiaceae e fa parte delle piante utilizzate nella medicina tradizionale cinese e giapponese. È comunemente considerato un disintossicante cellulare che aiuta a combattere le infezioni croniche e gli stati infiammatori (in particolare le epatiti). Più recentemente, il Bupleurum ha visto aumentare la sua popolarità a seguito dei risultati ottenuti nel trattamento del cancro. I suoi principi attivi sono le saikosaponine A, B, C e D. Tra di esse, è la forma A ad essere particolarmente interessante. Infatti, diversi studi hanno dimostrato l’effetto immunosoppressivo della saikosaponina A in modo dose-dipendente, inibendo significativamente la proliferazione e l’attivazione delle cellule T e inducendo l’apoptosi delle cellule tumorali per via mitocondriale, suggerendo un potenziale trattamento delle malattie infiammatorie e autoimmunitarie. Un altro studio ha associato la saikosaponina A all’astragaloside IV. Si è riscontrato che i topi trattati vivevano significativamente più a lungo rispetto ai topi di controllo, indipendentemente dallo stato di avanzamento del tumore. I ricercatori cinesi hanno anche scoperto che i topi portatori di tumori variabili, la cui dieta era stata arricchita con saikosaponina A, avevano una maggiore longevità rispetto ai topi sani. Questa ricerca animale emozionante ha portato allo sviluppo di trattamenti sull’uomo nei reparti oncologici di diversi ospedali cinesi.
La saikosaponina A vede i suoi benefici effetti amplificati se combinata con altre sostanze antinvecchiamento. L’assunzione di saikosaponina A (bupleurum) è quindi consigliata in modo intermittente o alternato, ogni due settimane, con quella di astragaloside IV o cicloastragenolo (astragalo), che attivano il gene della telomerasi, e con il resveratrolo e suoi derivati, che attivano il gene P53.