12-10-2020
Se l’azione della vitamina A è utile alla salute in generale, perché è tanto più efficace contro le malattie invernali come il raffreddore e la bronchite, che non contro le infezioni estive? Una ricerca, descritta sul Journal of Nutrition, fu effettuata presso l’U.S. Institute of Environmental Medicine (Massachusetts), per studiare l’effetto delle basse temperature ambientali sul metabolismo della vitamina A. Si verificò che se il tempo o la temperatura esterna divengono più freddi, l’organismo è meno capace di utilizzare la vitamina A. Questo minor livello di utilizzazione provoca una maggior necessità di vitamina A, per poterne mantenere la normale funzione metabolica durante un periodo di basse temperature. I ricercatori condussero l’esperimento su giovani ratti maschi, nutrendoli per quattro settimane con una dieta completa e bilanciata, ma carente della sola vitamina A. In seguito, i ratti ricevettero quantitativi uniformi di vitamina A e vennero sottoposti a varie temperature ambientali. Si osservò che a una temperatura di -15°C aumentavano poco di peso e avevano una scarsa crescita. Alla temperatura di -5°C, si riscontrarono invece indici di accrescimento corporeo e di peso sensibilmente superiori. Alla fine dell’esperimento, quando i ratti furono uccisi ed esaminati, si trovò che quelli esposti alla temperatura più bassa avevano immagazzinato nel fegato la maggior parte della vitamina A ricevuta, ma non l’avevano utilizzata per la crescita (è noto che la vitamina A è una delle componenti indispensabili alla crescita delle ossa). I ratti esposti a una temperatura meno rigida di -5°C ebbero invece un maggior accrescimento corporeo e un più forte aumento di peso e alla necroscopia risultò che avevano un minor quantitativo di vitamina A immagazzinata nel fegato; evidentemente una parte di essa era stata utilizzata nel processo metabolico di crescita.
I ricercatori indagarono poi sul perché un abbassamento della temperatura esterna dovesse ridurre la capacità degli animali di utilizzare la vitamina A. L’ovvia area di ricerca fu quella del rapporto tra produzione della tiroide e ormoni surrenali, poiché è mediante la stimolazione di queste due ghiandole e la conseguente riduzione dei tempi di ossidazione dei cibi, che il corpo mantiene una temperatura costante, via via che scende la temperatura esterna. Somministrando antimetaboliti, che ostacolavano l’attività di queste ghiandole, i ricercatori verificarono, com’era da aspettarsi, che in questo modo il metabolismo della vitamina A poteva essere stimolato. Naturalmente, quando le ghiandole non erano in grado di reagire alla stimolazione di un calo della temperatura, i ratti morivano per l’esposizione al freddo. L’aspetto finale dell’esperimento comportava di non intervenire sulle ghiandole, somministrando però maggiori dosi di vitamina A a ratti esposti alla temperatura di -15°C. Il risultato fu positivo. C’era una precisa relazione proporzionale tra il quantitativo di vitamina A iniettata nei ratti e il numero di ratti che riuscirono a sopravvivere a -15°C. Con 2,5 mcg nessuno sopravvisse. Con 10 mcg ne sopravvisse uno su sei. Con 100 mcg due su quattro restarono in vita è con 100 mcg al giorno i ratti addirittura crebbero di dimensioni e peso, il che non si verificò in quelli che ricevettero meno vitamina A. Questo esperimento è della massima importanza, in quanto risponde a molti interrogativi. Perché i bambini crescono più rapidamente d’estate che non d’inverno? Perché la loro dieta contiene approssimativamente lo stesso quantitativo di vitamina A, ma via via che la temperatura scende la utilizzano meno efficacemente. Date ai bambini più vitamina A e cresceranno più in fretta. Perché i supplementi di vitamina A aumentano realmente la resistenza ai raffreddori? Perché, quando la temperatura diminuisce, noi usiamo meno vitamina A nel nostro organismo e ne tratteniamo di più immagazzinata nel fegato. Occorrono dunque dei supplementi vitaminici per ottenere un’equivalente attività della vitamina A. L’effetto è causato dall’azione stimolante che il freddo ha sulla tiroide e le ghiandole surrenali: tale effetto è mantenere caldo il nostro corpo.
Tuttavia la ridotta utilizzazione di vitamina A quando non si prendono dei supplementi, significa meno salute, poiché si abbassa la nostra capacità di resistere ai raffreddori e alle altre malattie respiratorie. Via via che il tempo diviene più freddo, dovremmo aumentare il consumo di vitamina A per poterci mantenere durante l’inverno nelle stesse condizioni di salute che durante i mesi più caldi. Oltre un’adeguata assunzione di vitamina A, dovremmo preservare da ogni abuso il salutare funzionamento della membrana mucosa. I fumatori paralizzano letteralmente le ciglia per 30-40 minuti a ogni sigaretta. Un accanito fumatore si priva perciò totalmente di questa valida difesa: ed è dimostrato che chi fuma molto soffre di più frequenti e gravi raffreddori.