24-09-2014
Chi ama i cibi fritti e ha problemi alle arterie può fare un sospiro di sollievo: secondo una ricerca spagnola se si usa olio di oliva il fritto non costituisce un più alto rischio di malattia coronarica. Uno studio pubblicato questa settimana sul British Medical Journal ha analizzato i dati di 40.757 persone di età tra i 29 e 69 anni in Spagna, che sono stati monitorati per una media di 11 anni. I soggetti non erano affetti da malattie coronariche all’inizio dello studio. Durante gli 11 anni hanno compilato questionari per accertare cosa mangiavano e cosa usavano come metodo di cottura. Infine, sono stati monitorati per vedere se sviluppavano malattie coronariche. Durante gli 11 anni della durata dello studio, ci sono stati 606 eventi legati a malattie coronariche, come infarto o dolore al petto, e 1.135 persone sono morte. Tuttavia, mangiare cibi fritti non è risultato associato con una qualsiasi malattia cardiaca o coronarica, né ad aventi come infarto o ischemie.
Anche dopo che i valori sono stati normalizzati tenendo conto della diversa assunzione di calorie, dell’età, del sesso, dell’indice di massa corporea e della pressione alta. I tipi di di oli utilizzati per friggere i cibi – oli vegetali di oliva, girasole o altro – non cambiavano il risultato. Mangiare cibi fritti non ha nemmeno influito negativamente sulla probabilità di morte per qualunque causa. In media i partecipanti hanno mangiato circa cinque grammi di cibo fritto al giorno, ossia circa il 7% dell’importo totale di cibo. Per quanto riguarda l’olio utilizzato per friggere, il 62% utilizzava olio di oliva (ricordiamo che lo studio si è svolto in Spagna), e il resto ha utilizzato olio di girasole o altri tipi di olio vegetale. Di tutti i cibi fritti mangiati, il 24% era pesce, il 22% carne, il 21% patate e l’11% uova.