09-03-2021
L’acido docosaesaenoico (DHA), insieme con l’acido eicosapentaenoico (EPA), è un acido grasso essenziale della serie omega-3. Il DHA si trova in alte concentrazioni nel sistema nervoso ed è essenziale per il suo corretto funzionamento, mentre l’EPA sembra svolgere un ruolo più importante come precursore antinfiammatorio. Il DHA viene assorbito selettivamente dal tessuto nervoso e nel cervello presenta un turnover molto rapido. Un deficit di DHA in epoca pre o post-natale è stato correlato a disturbi retinici (retinite pigmentosa), difetti dell’acuità visiva, disturbi cognitivi, comportamentali e psichiatrici. Numerosi studi su neonati indicano che il DHA è essenziale per il normale sviluppo funzionale della retina e del cervello.
GRAVIDANZA E SVILUPPO COGNITIVO NEONATALE
Il tessuto nervoso è la seconda sede di maggiore concentrazione, dopo quello adiposo, di acidi grassi. Si stima che circa il 50% dei fosfolipidi presenti in questi tessuti sia composto da DHA. Ciò suggerisce che questo acido sia fortemente coinvolto nelle funzioni neurali e visive. Sebbene cervello e retina siano dotati di meccanismi che favoriscono la conservazione di acido docosaesaenoico, entrambi dipendono da continui rifornimenti di DHA per un funzionamento ottimale. Recentemente è stata indicata un’associazione tra supplementazione durante la gravidanza e nei primi tre mesi di allattamento con dosi equivalenti a circa 1 g/die di DHA e un migliore sviluppo neurocomportamentale a 4 anni nei confronti di una popolazione di controllo. Recenti studi hanno rilevato che la riduzione della riserva materna di omega-3 in gravidanza è inversamente proporzionale al peso del bambino: quanto più pesa il neonato, tanto maggiore è la riduzione di acidi grassi. Inoltre, i neonati più pesanti mostrano carenza di omega-3. Considerando che le concentrazioni di omega-3 nei neonati prematuri sono più basse di quelle nei neonati a termine e che le concentrazioni di DHA sono positivamente correlate al peso alla nascita, lunghezza e circonferenza della testa, si ritiene che la supplementazione materna durante la gravidanza con DHA possa promuovere la crescita e migliorare la prognosi generale dei bambini prematuri.
MORBO DI ALZHEIMER
Il declino dell’integrità strutturale e funzionale del tessuto cerebrale sembra essere correlato alla perdita di concentrazioni di DHA nella membrana cellulare. Malattie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson sono associate a notevoli perdite di omega-3 dalla membrana. È stato condotto uno studio per valutare se il consumo di queste sostanze possa vantare un ruolo protettivo contro il morbo di Alzheimer. Allo studio, durato 3.9 anni, hanno partecipato 815 anziani (65-94 anni) inizialmente non affetti da Alzheimer. Fu loro assegnato un questionario sul quale annotare le abitudini alimentari. Al termine dell’osservazione 131 partecipanti svilupparono l’Alzheimer. Fu rilevato che i soggetti che consumavano pesce una o più volte alla settimana mostravano il 60% in meno di probabilità di sviluppare Alzheimer rispetto a quelli che consumavano raramente o affatto pesce. L’assunzione totale di acidi grassi omega-3, in particolare di DHA, fu associata alla riduzione del rischio di Alzheimer.
DEPRESSIONE
La deplezione di acidi grassi omega-3, in particolare di DHA, interferisce significativamente su numerosi parametri funzionali neuronali. Molteplici studi hanno evidenziato un possibile ruolo di questa deplezione nell’insorgenza di numerose patologie nervose e mentali, soprattutto nella depressione. Un importante studio ha mostrato che la madre trasferisce selettivamente DHA al feto, per promuoverne uno sviluppo neurologico ottimale. È stato dimostrato che gli omega-3, in particolare DHA, durante la gestazione diminuiscono progressivamente nella madre (fino al 50%) e possono risultare insufficienti fino a oltre 6 mesi dal parto. L’allattamento può aggravare questa carenza. In caso di scarso apporto con la dieta, può verificarsi un deficit di queste sostanze, condizione che sembra aumentare il rischio di sviluppare sintomi di depressione nel periodo post-partum. Nello stesso studio furono monitorati i dati relativi a 14.532 soggetti che avevano partecipato a 41 studi, provenienti da 23 paesi. I risultati rilevarono che le donne che presentano maggiori concentrazioni di DHA nel latte e che consumano pesce marino in abbondanza, hanno minori probabilità di sviluppare depressione post-partum.
PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE
Molti studi hanno confermato gli effetti salutari degli omega-3 sull’apparato cardiovascolare nell’uomo. Il DHA svolge effetti protettivi ostacolando le dislipidemie (riducendo i trigliceridi e aumentando il colesterolo HDL), oltre ad abbassare la pressione sanguigna.