11-11-2023
Il cancro ovarico ha la sfortunata particolarità di essere il cancro ginecologico più mortale conosciuto oggi dalla pratica medica convenzionale, pur essendo anche una delle condizioni più frequentemente diagnosticate erroneamente (cioè "sovradiagnosticate"), con cinque volte più donne senza cancro ovarico che finiscono per sottoporsi ad un intervento chirurgico rispetto a quelle con cancro ovarico.
Considerando che l’attuale “standard di cura” all’interno della pratica medica convenzionale per il cancro ovarico è la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia – che hanno tutte effetti collaterali mortali (incluso, ironicamente, il cancro e/o una maggiore invasività del cancro).
Uno studio del 2010 pubblicato sulla rivista Gynecological Oncology ha scoperto che le galline alimentate con una dieta arricchita con il 10% di semi di lino per 1 anno avevano "una riduzione significativa dei tumori ovarici in stadio avanzato", nonché "una salute generale migliore e una riduzione della mortalità". Gli autori dello studio hanno concluso: "Questi risultati possono fornire la base per uno studio clinico che valuti l'efficacia dei semi di lino come chemiosoppressore del cancro ovarico nelle donne".
Più recentemente, uno studio pubblicato su BMC Genomics ha approfondito i possibili meccanismi molecolari coinvolti nelle proprietà antitumorali dei semi di lino nei tumori ovarici. I ricercatori hanno utilizzato un approccio "bioinformatico" analizzando il modello di espressione genetica nei tumori ovarici, identificando quali geni vengono sovraregolati quando si formano i tumori e quali vengono soppressi quando le galline vengono alimentate con una dieta al 10% di semi di lino. È interessante notare che hanno scoperto che "un gruppo di geni altamente sovraregolati che sono coinvolti nel processo embrionale della morfogenesi ramificata [nota: embriogenesi e carcinogenesi condividono somiglianze]", erano ridotti del 40-60% nelle galline alimentate con semi di lino. Inoltre questi cambiamenti “associati al cancro” nell’espressione genetica corrispondevano ad aumenti di due biomolecole specifiche associate al cancro – E-caderina e miR200 – entrambe diminuite del 60-75% nei tumori delle galline alimentate con lino. Gli autori dello studio hanno concluso: "suggeriamo che l'intervento nutrizionale con semi di lino miri ai percorsi che regolano la morfogenesi ramificata e quindi altera la progressione del cancro ovarico".