29-09-2014
La depressione non è solamente una patologia della nostra salute psichica. Secondo i ricercatori dell’università del Queensland per le donne rappresenta un fattore di rischio in grado di raddoppiare la possibilità di essere vittima di un ictus rispetto a coloro che non ne soffrono. Lo studio relativo, pubblicato sulla rivista di settore Stroke, è il primo effettuato su larga scala per accertare la correlazione tra l’ictus e la depressione nelle donne di mezza età. Gli scienziati sono giunti alle loro conclusione dopo aver esaminato le condizioni di salute e di vita di oltre 10 mila donne di età compresa tra i 47 e i 52 anni. Dai dati è emerso che le donne depresse vedevano crescere il rischio di essere colpite da ictus di 2,4 volte rispetto alle altre coetanee “felici”. Possibilità che permanevano comunque 2 volte maggiori dopo aver eliminato tutti i fattori di rischio. Commenta la coordinatrice dello studio, la dott.ssa Caroline Jackson: "Quando si tratta di visitare le donne, i medici devono riconoscere la gravità della cattiva salute mentale e quali effetti può avere nel lungo termine. Le attuali linee guida per la prevenzione dell’ictus tendono a trascurare il ruolo potenziale della depressione".
Le donne partecipanti alla ricerca sono state seguite per circa 12 anni dai medici e sono state chiamate a rispondere a questionari specifici sulla propria salute fisica e mentale con un cadenza triennale. Secondo i dati raccolti, almeno il 24% delle donne sosteneva di essere depressa, ma la catalogazione di questa condizione è stata eseguita sulla base dell’assunzione di farmaci specifici e sulle risposte date generalmente nei questionari medici. Sono stati 177 casi di ictus verificatisi durante il periodo di follow-up. E sebbene la percentuale di persone depresse fosse preponderante al loro interno, gli scienziati non sono stati in grado di capire il perché vi sia questa correlazione. Quel che è certo è che da oggi in poi vi è una “pietra miliare” dalla quale partire per ampliare l’approccio preventivo nei confronti dell’ictus, non dimenticando di coinvolgere nello stesso anche la sfera mentale.